Il vino si consuma sempre più spesso in pizzeria e davanti ad una Margherita c'è un pubblico trasversale, per età e per capacità di spesa, che si mostra curioso ed aperto rispetto ad abbinamenti che vanno ben oltre la birra. Tanto più ora che le pizzerie sono sempre più vicine al format del ristorante e talvolta hanno un sommelier in sala. E' quanto sottolineato da Antonella Amodio nel presentare, nei giorni scorsi a Città di Castello, a Only Wine il libro "Calici e spicchi - L'Armonia perfetta tra Pizza e Vino", con prefazione di Luciano Pignataro (Malvarosa edizioni, 240 pagine, 18 euro). La giornalista e sommelier, che è nata e vive a Caserta, è co-autrice di guide specializzate in campo enogastronomico nonché giudice in numerosi concorsi internazionali. Con una selezione di 101 pizze e altrettanti vini intraprende un viaggio, che avrà presto un seguito, nei possibili abbinamenti tra le pizze, nei diversi stili napoletane, romane, contemporanee, gourmet, e il vigneto Italia, proponendo ai lettori un percorso sensoriale nel tempo e nello spazio.
Del resto, già gli scavi archeologici a Pompei documentano che già in epoca Romana l'abbinamento tra le focaccia e una coppa di vino era praticato. E nell'Ottocento a Napoli nei vicoli si andava per mangiare la pizza che veniva automaticamente accompagnata da un bicchiere di vino rosso locale, due vini iconici partenopei che si chiamano Lettere e Gragnano. Inoltre la pizza fritta veniva e tuttora viene accompagnata dal Marsala per bilanciare e pulire il palato.
Quindi quello col vino dolce, in particolare il Marsala, è uno degli abbinamenti che è sopravvissuto nel tempo e che l'autrice invita a sperimentare. Ad ogni presentazione del libro, osserva Amodio, "sembra che io faccia una cosa.nuova nell'abbinare la pizza al vino al posto della birra ma nuova non è, anzi. Cerco così di riportare la storia al punto giusto nella convinzione che l'unica bevanda al mondo che riesce ad essere abbinata alla pizza in modo equilibrato e anche divertente è proprio il vino perché ci dà la possibilità di sperimentare. con diversi colori e vitigni. Del resto la pizza non è soltanto Margherita, Marinara, Quattro stagioni. La pizza è diventato un piatto complesso e per non mortificare il lavoro di ricerca fatto sugli impasti e sugli ingredienti del topping occorre una carta di vini o un sommelier in sala che ci inviterà a fare degli abbinamenti con vino serviti a giusta temperatura e diversi, anche per gradazione alcolica, da stagione e stagione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA