SAN BENEDETTO DEL TRONTO (ASCOLI PICENO), 17 FEB -
Il progetto dell'Università politecnica delle Marche e
dell'Università degli studi di Macerata per le acque reflue
finalizzato a sviluppare una filiera circolare grazie alla
coltivazione di alghe da possibili sottoprodotti dell'industria
agroalimentare, utilizzabile sia come fertilizzante dei terreni
sia nella cosmesi è sposato dall'associazione di produttori
Promarche.
Il lavoro all'interno di Promarche ha lo scopo di
identificare le risorse non valorizzate e disponibili nel
processo agroalimentare per procedere al recupero dei nutrienti
e delle acque come risorse per la coltivazione di alghe e quindi
per ottenere una biomassa algale preziosa e versatile. Il
dottorando trascorrerà un periodo di sei mesi in azienda in cui
si occuperà di ricerca bibliografica e campionamenti regolari di
acque reflue e residui di produzione per arrivare, attraverso
l'elaborazione dei risultati complessivi, alla stesura della
tesi.
"Siamo perfettamente consapevoli della validità delle intese
con i partner scientifici del territorio per sviluppare sia
Promarche sia quella filiera che sta alla base di un ecosistema
che apporta attraverso la collaborazione tra enti nuova linfa
vitale al distretto agroalimentare del Piceno", il commento di
Oreste Aquilone, amministratore delegato di Promarche.
Soddisfatto del progetto anche l'assessore al Bilancio del
Comune di San Benedetto del Tronto Domenico Pellei che l'ha
definito "un grande esempio di sostenibilità ambientale,
economica e sociale".
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