La storia della viticultura
calabrese, che ha origini antichissime e che inizia prima della
colonizzazione delle popolazioni greche, intrecciata con le
nuove produzioni biologiche, è stata al centro, a Parma, di un
incontro sul tema "Cirò e il Gaglioppo: Tradizione e
Rivoluzione", penultimo appuntamento della rassegna organizzata
da "Food&Wine Academy", fondata e diretta dal calabrese Raffaele
D'Angelo.
Dalla storia della terra denominata Enotria, per la
consuetudine degli abitanti di allevare la vite ad alberello
sorretto da paletti (oinotron, dal greco, "paletto per la
vite"), alla La fondazione di Crimissa, la moderna Cirò, che
risale al VII secolo, la narrazione sull'enologia calabrese -
davanti ad una platea di appassionati, sommelier e studenti - ha
condotto fino alle nuove frontiere dell'enologia cirotana
orientata al biologico. Una di queste è l'esperienza di
Francesco De Franco, giovane produttore che nel 2008, assieme a
Laura, la sua compagna, è tornato in Calabria per puntare
decisamente sulla vitivinicoltura biologica. Anche in cantina,
De Franco - come ha raccontato nel corso della serata - ha
assecondato la natura favorendo il rispetto dei tempi lenti del
vino, unica via per ottenere l'autenticità di un vitigno come il
gaglioppo applicato al favorevole terroir di Cirò. A De Franco,
nel tempo, si sono avvicinati altri giovani, tutti proprietari
di appezzamenti e desiderosi di condividere un altro concetto di
vitivinicoltura. Anno dopo anno, grazie al continuo confronto
tra di loro e all'unità d'intenti, si è formato un gruppo di
vignaioli, sempre più ampio, che ha concordato sull'applicazione
di un'agricoltura sostenibile, sul rispetto del territorio e
dell'originalità del gaglioppo: Cataldo Calabretta, Sergio
Arcuri, Vincenzo Scilanga, Mariangela Parrilla, Assunta
Dell'Aquila.
Dopo un'accurata analisi del contesto culturale cirotano da
parte di Matteo Gallello, redattore di "Porthos", casa editrice
indipendente di Roma, la narrazione è stata scandita
dall'analisi dei vini a cura del sommelier Gaetano Palombella.
"Abbiamo assaggiato - ha spiegato D'Angelo - il Rosato 2015, il
Cirò Classico Superiore 2014 e la Riserva 2013 dell'azienda 'A
Vita. Concluso l'incontro, la degustazione è proseguita sul
banco di assaggio con le specialità del territorio parmigiano
generosamente offerte dal ristorante "Arte e Gusto".
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