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Patata dei Sibillini leva strategica per rilancio aree interne

Patata dei Sibillini leva strategica per rilancio aree interne

Convento Uncem a Fritto Misto, "Appennino vivo e produttivo"

ASCOLI PICENO, 29 aprile 2025, 13:27

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Patata dei Sibillini come "leva strategica per il rilancio economico delle aree interne".
    Agricoltura, turismo e politiche di filiera sono stati al centro del convegno promosso da Uncem (Unione nazionale comuni e comunità enti montani) Marche ad Ascoli Piceno nell'ambito di Fritto Misto 2025. Un'occasione concreta di riflessione e proposta sulle strategie di rilancio delle aree interne, partendo da un prodotto simbolo dell'agricoltura marchigiana: la Patata dei Sibillini.
    L'incontro promosso da Regione, Comune di Ascoli Piceno, Amap (Agenzia Marche agricoltura e pesca), Uncem Marche e Unione Montana del Tronto e Valfluvione, Bim Bacino Imbrifero del Tronto e l'Associazione Città della Patata, ha rappresentato un momento di confronto strategico tra istituzioni, accademici, operatori del settore e cittadini, a testimonianza di come l'agricoltura possa fungere da leva concreta per il rilancio delle aree interne, contrastando lo spopolamento e stimolando forme innovative di economia locale.
    "La patata dei Sibillini non è solo un prodotto agricolo - ha osserva Giuseppe Amici, presidente Uncem Marche - ma un motore economico e sociale. Parla di giovani, donne e uomini che tornano a investire, di filiere locali che generano valore, di territori che non si arrendono". Tra gli interventi istituzionali, significativi quelli del Sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti, del Commissario alla Ricostruzione Sen. Guido Castelli, dell'Assessore regionale all'Agricoltura Andrea Maria Antonini, del Presidente Uncem Marche Giuseppe Amici e Luigi Contisciani presidente del BIM bacino imbrifero del Tronto.
    Nel corso del convegno, moderato dai giornalisti Mario Paci e Gabriele Costantini, si è discusso della "necessità di rafforzare la rete tra produttori, migliorare l'accesso al tubero seme, aumentare l'offerta di prodotto trasformato e consolidare una presenza stabile sul mercato". Il ricercatore Marco Corradi e il professor Luigi Ledda dell'Università Politecnica delle Marche hanno evidenziato limiti e opportunità del comparto, sottolineando l'urgenza di una filiera strutturata, capace di garantire continuità produttiva, qualità agronomica e competitività. Incisivo l'intervento del sindaco di Pizzoferrato Palmerino Fagnilli, in rappresentanza dell'Associazione Nazionale Città della Patata, che ha ribadito il ruolo della filiera quale strumento di rigenerazione territoriale.
    Particolare attenzione è stata dedicata agli strumenti di finanziamento messi a disposizione dal Csr (Complemento di sviluppo rurale) e dalla Regione Marche, illustrati da Ilaria Mantovani, e al ruolo strategico di Amap, che - come ribadito da Renato Frontini vicepresidente Amap e Valeria Belelli e Silvia Tagliavento - agisce come facilitatore tra operatori e istituzioni, raccogliendo le esigenze della filiera e favorendo la programmazione condivisa di interventi strutturali.
    Dalle testimonianze delle aziende agricole presenti - tra cui Elena Spinsanti, Patasibilla, Agricolfiorito e Hortus Trade - è emersa la richiesta di un sostegno economico non frammentario ma inserito in una progettualità condivisa, capace di sostenere le imprese in modo duraturo e coordinato.
    Il convegno si è chiuso con l'intervento del sottosegretario all'Agricoltura Luigi D'Eramo, che ha annunciato l'impegno del Ministero per la "firma di accordi quadro di filiera e l'aggiornamento del piano settoriale nazionale per il comparto delle patate, con l'obiettivo di ridurre i costi, migliorare la programmazione e rafforzare la tenuta economica del comparto".
    "L'esperienza di Ascoli - sottolineano i promotori dell'inziativa - conferma come una filiera ben organizzata possa generare sviluppo sostenibile, occupazione giovanile e presidio del territorio. Non solo un racconto agricolo, ma una strategia economica concreta per le aree interne. La patata dei Sibillini diventa così un caso emblematico di politiche attive che mettono in rete agricoltura, cultura e impresa".
   

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