Vitigni resistenti e identità
territoriale per lo sviluppo dei vini della Valpolicella. E' la
linea annunciata oggi a Vinitaly dal Consorzio di tutela guidato
dal presidente Christian Marchesini in occasione della
presentazione, presso lo stand della realtà veneta, di un
progetto di ricerca triennale promosso dal Dipartimento di
Biotecnologie dell'Università di Verona con i Prof. Diana Bellin
e Maurizio Ugliano e con il Prof. Giambattista Tornielli
dell'Università di Padova in collaborazione con il Consorzio di
tutela della Valpolicella. "Sostenibilità, innovazione e tutela
dell'identità territoriale sono i pilastri su cui si fonda il
futuro della viticoltura in Valpolicella - ha detto Christian
Marchesini, presidente del Consorzio Vini Valpolicella -. Con
questo progetto, frutto di una virtuosa collaborazione tra mondo
accademico e produttivo, vogliamo dare risposte concrete alle
sfide ambientali e agronomiche che il nostro comparto si trova
ad affrontare, senza rinunciare alla qualità e alla tipicità che
da sempre caratterizzano i nostri vini. "Cofinanziato da
Fondazione Cariverona e dal Consorzio Valpolicella nell'ambito
del Bando Ricerca e Sviluppo, il progetto, giunto al terzo anno,
mira a sviluppare nuove varietà di vite resistenti alle
principali patologie fungine, partendo da incroci anche con
vitigni autoctoni e varietà minori del territorio. L'obiettivo è
duplice: rafforzare la sostenibilità della filiera vitivinicola
veronese e preservare l'identità enologica che caratterizza la
denominazione. Nel corso dell'incontro sono stati presentati i
primi risultati delle prove agronomiche ed enologiche sui
genotipi selezionati, messi a confronto con quelli delle varietà
tradizionali del territorio. Una fase di studio cruciale, che
getta le basi per l'implementazione di strategie di selezione
genetica mirate e compatibili con le esigenze qualitative della
denominazione.
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