È di "323 milioni di euro l'anno il
sacrificio che la catena commerciale, dai produttori agli
importatori ai distributori, deve assumersi per garantire i
listini pre-dazi nei punti vendita, che riguarda 480 milioni di
bottiglie spedite oltreoceano". Sarebbe infatti pericoloso,
afferma l'Unione italiani vini (Uiv), uscire con i prezzi al
consumo maggiorati del 20%.
Dalla 57/a edizione di Vinitay che si è aperta oggi a Verona
Fiere arriva l'allarme del presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi
su quanto si sta creando sul mercato dopo i dazi Usa, lanciando
un messaggio alle imprese: "Non devono cedere, il 'sacrificio'
deve essere comune". Intanto, riferisce il presidente Uiv "dagli
Stati Uniti arrivano le prime lettere dei distributori non
disposti ad accettare alcun sovraprezzo sui nostri vini. Allo
stato attuale si sta evidenziando una bagarre su chi dovrà
assumersi l'onere dei minori ricavi per assicurare la stabilità
dei prezzi al consumo, le imprese italiane non devono cedere ma
imporre la propria forza commerciale su un prodotto che
arricchisce in primis la catena commerciale statunitense". "Uiv
ritiene che tutta la catena, dalla produzione al punto vendita,
debba sacrificare parte dei ricavi per garantire listini
invariati al punto vendita, pena l'uscita dal mercato di tante
realtà del nostro settore". "Uiv - conclude Frescobaldi -confida
che il Governo italiano possa rappresentare in sede europea le
ragioni del settore e promuova la strada del dialogo e della
trattativa. Bisogna inoltre evitare che si ripeta l'esperienza
subita nel 2020 dai vini francesi, che a fronte di tariffe extra
del 25% ha visto calare il proprio business del 28% in valore.
Per questo siamo a disposizione del Governo anche per descrivere
nei dettagli le dinamiche che si stanno venendo a creare lungo
la catena commerciale".
I vini d'importazione, a partire da quelli italiani che nel
2024 hanno registrato vendite per quasi 2 miliardi di euro, sono
protagonisti di un effetto moltiplicatore sull'economia
americana, che monetizza 4,5 dollari per ogni dollaro speso. Gli
Usa valgono il 24% del totale export dei vini italiani e il
notro è il Paese produttore europeo maggiormente esposto, a
fronte della Francia al 20% e la Spagna all'11%.
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