La Regione Emilia-Romagna, e insieme Città metropolitana e Comune di Bologna e l'Università di Bologna affiancano la Rai nel perseguire gli obiettivi di No Women No Panel - Senza donne non se ne parla per l'equilibrio di genere nel dibattito pubblico. L'accordo è stato sottoscritto dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dal sindaco metropolitano di Bologna, Matteo Lepore, dalla vice sindaca con delega alle pari opportunità, Emily Clancy, dalla prorettrice dell'Università di Bologna, Simona Tondelli e dalla presidente Rai, Marinella Soldi.
È un tassello importante che si aggiunge al Memorandum of Understanding siglato un anno fa dalla presidente Rai con i rappresentanti delle massime istituzioni e ai protocolli sottoscritti a Bari, Firenze, Milano e Perugia. "La Rai - osserva la presidente Soldi - si deve mettere in gioco per lo sviluppo del Paese. Come media di servizio pubblico, con una forte capacità d'impatto e sedi in tutte le regioni è il soggetto ideale per promuovere iniziative come No Women No Panel".
Soddisfazione anche da parte del presidente Bonaccini, accompagnato dall'assessora regionale alle Pari opportunità, Barbara Lori, che ha sottolineato come l'Emilia-Romagna aderisca "con convinzione all'iniziativa dalla Rai per una presenza femminile paritaria nel dibattito pubblico". Posizioni condivise anche dal sindaco Lepore e dalla vice sindaca Clancy, che hanno ricordato come troppe volte si siano trovati a partecipare a dibattiti e talk show dove la presenza femminile era limitata.
"Dobbiamo guardare al futuro - ha ribadito Clancy - per le bambine vedersi rappresentate in tutte le professioni è importante quanto le politiche attive per la parità. È importante perché capiscono che possono fare tutto, proprio come gli uomini". Un'attenzione condivisa anche dal mondo accademico, come ha chiarito la prorettrice dell'Università di Bologna Tondelli, ricordando che uno degli obiettivi dell'ateneo, che contribuirà a "misurare i progressi" della partecipazione femminile, è proprio quello di "fare formazione sui principi di pari opportunità" e contribuire a educare "a superare le diversità".
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