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Pagliacci chiude stagione lirica del Teatro Regio di Parma

Pagliacci chiude stagione lirica del Teatro Regio di Parma

Dal 5 maggio nello storico allestimento di Franco Zeffirelli

PARMA, 01 maggio 2023, 14:24

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Teatro Regio di Parma rende omaggio a Franco Zeffirelli nel centenario della nascita con lo storico allestimento del maestro fiorentino di "Pagliacci", l'opera in un prologo e due atti di Ruggero Leoncavallo. Lo spettacolo, ripreso da Stefano Trespidi, va in scena il 5, 7 e 12 maggio alle 20 e il 14 alle 15.30. Andrea Battistoni dirige l'Orchestra dell'Emilia-Romagna Arturo Toscanini, il Coro del Teatro Regio di Parma (preparato da Martino Faggiani) e il Coro di voci bianche del Teatro Regio.
    Nel cast Valeria Sepe (Nedda, nella commedia Colombina), Gregory Kunde (Canio, nella commedia Pagliaccio), Vladimir Stoyanov (al debutto nel ruolo di Tonio, nella commedia Taddeo lo scemo), Matteo Mezzaro (Peppe, nella commedia Arlecchino), Alessandro Luongo (Silvio, contadino). Opera verista per eccellenza insieme a Cavalleria rusticana, Pagliacci debuttò il 21 maggio 1892 al Teatro Dal Verme di Milano sotto la direzione di un giovane Arturo Toscanini, e da allora non è mai più uscita dal grande repertorio. Per il libretto, Leoncavallo si ispirò a un fatto di cronaca nera realmente accaduto nel 1865 a Montalto Uffugo, paesino calabrese dove il padre del compositore esercitò per alcuni anni la sua professione di magistrato. Canio, il capocomico di una compagnia itinerante, scopre che la moglie Nedda lo tradisce esattamente come nella finzione della commedia che avrebbe portato in scena. Questo allestimento, straordinariamente sontuoso e celebre per le sue tinte variopinte, per la ricchezza delle scene, per il numero di figuranti, mimi, acrobati e per la vivacità dei costumi, sposta l'ambientazione della vicenda agli anni Sessanta del Novecento.
    "Ho scelto una periferia del Sud, con motorini, officine e degrado. - Scisse Zeffirelli - Ho voluto tirare Pagliacci ancora di più verso il presente: si dice che sia il capolavoro del Verismo.E sono d'accordo. Ma è anche qualcosa di più: è un'opera in cui si fondono miracolosamente verità e finzione,cronaca ed arte. E dunque è quasi un obbligo riportare all'oggi la cornice cronachistica in cui si muove la vicenda. La gelosia e l'omicidio passionale di Canio sono cronaca di tutti i giorni, valgono sempre".
   

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