Consiglio comunale infuocato e striscioni, ieri sera, a Pennabilli, cittadina dell'Alta Val Marecchia, nel Riminese. Al centro della protesta, l'ordinanza anti-immigrati del sindaco Mauro Giannini e il suo ordine del giorno contenente la parola "razza".
Oltre cento persone hanno preso parte alla protesta organizzata dal Pd locale, a cui hanno aderito anche Cgil, Libera, Anpi e soprattutto comuni cittadini, in particolare giovani, per dire "Pennabilli è antifascista", come si è letto in alcuni cartelli.
Nell'aula consiliare del piccolo borgo romagnolo è stato discusso l'ordine del giorno del primo cittadino che proponeva la "disapprovazione dell'accoglienza di profughi di qualsiasi nazionalità, razza e religione". Il termine "razza" è stato poi eliminato su proposta dello stesso Giannini dopo essersi accorto che, in base alla legge, non poteva essere contenuto in un atto pubblico. Il gesto - come spiegato all'ANSA da alcuni presenti - non è però bastato a placare gli animi. La seduta è stata più volte interrotta dai presenti al grido di "vergogna".
Nei giorni scorsi Giannini, che in passato ha espresso nostalgia per il Ventennio, aveva pubblicato un'ordinanza che prevede multe fino a 15 mila euro a chi non dichiara al Comune di accogliere profughi. Ieri è passato anche un emendamento di maggioranza che consente l'accoglienza di stranieri solo nelle abitazioni private e a proprie spese. La protesta è proseguita davanti al Municipio, e il sindaco è stato scortato alla sua auto dalle forze dell'ordine senza particolari criticità.
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