Cinque camere da letto con bagno
privato, alle pareti carte da parati che richiamano il tema del
viaggio, protagonisti animali con i loro cuccioli, sala da
pranzo, cucina attrezzata dedicata al campione di sci Alberto
Tomba "perché lo sport ci insegna a superare sfide impossibili"
come recita la targa appesa al muro, lavanderia, zona relax e
un'area multifunzionale per lo smartworking. Sono questi gli
spazi della prima Casa Ronald McDonald di Bologna al padiglione
4 del Policlinico Sant'Orsola, inaugurata questa mattina e
pronta ad accogliere i genitori e i familiari di bambini
ricoverati in terapia intensiva e neonatologia e le mamme in
ostetricia.
Complessivamente sono 300 metri quadrati, per una decina di
posti letto, che possono essere gestiti con flessibilità, tra
stanze singole o doppie, come dei mini-appartamenti.
L'investimento della Fondazione Ronald McDonald, che ha
strutture anche a Roma, Firenze, Milano, Brescia e Alessandria,
è stato di 400 mila euro e a Bologna la Casa si affianca alla
Family Room alla Neonatologia del padiglione 13, che in 15 anni
ha accolto già oltre 2mila famiglie.
Quella inaugurata oggi al Sant'Orsola "è la prima Casa Ronald
che sorge all'interno di un ospedale, un passo in più rispetto
al nostro format abituale di Family Room", sottolinea Nicola
Antonacci, presidente della Fondazione. "Il disegno è stato più
ambizioso - prosegue la direttrice generale del Policlinico
Chiara Gibertoni - per il nuovo Polo materno-infantile, che è in
fase di ristrutturazione ma siamo a buon punto, questa sarà una
casa, è un salto di qualità, una ristrutturazione piena di
bellezza e capacità di generare senso di domicilio. E' un primo
passo verso l'apertura, ci auguriamo nel 2024, di tutto il
nuovo Polo". Al Sant'Orsola si registrano ogni anno in ambito
pediatrico circa 3 mila ricoveri e 2700 interventi chirurgici,
vi nascono 2 mila bimbi. "Un altro investimento importantissimo
al Sant'Orsola - commenta l'assessore regionale alle Politiche
per la Salute Raffaele Donini - ma a beneficio di tutti i
cittadini italiani, perché ricordo che in questi reparti ci sono
tante persone da fuori Regione".
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