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Trionfo per Muti in Norma e Nabucco al Ravenna Festival

Trionfo per Muti in Norma e Nabucco al Ravenna Festival

Il 23 a Busseto il Gala Verdiano

RAVENNA, 22 dicembre 2023, 18:22

di Nicola Pirrone

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I primi due terzi della Trilogia d'autunno, che da vari anni conclude il Ravenna Festival, si sono completati ieri sera, 20 dicembre, in maniera trionfale al Teatro Alighieri della città romagnola con le ultime note del Nabucco di Giuseppe Verdi. Secondo titolo scelto da Riccardo Muti, assieme a Norma di Vincenzo Bellini ascoltata invece il 19, anch'essa terminata in una grande festa di applausi a tutti gli interpreti, ma, e non poteva attendersi altro, a lui, al Maestro che ha condotto le due opere in maniera come sempre totalizzante, coinvolgente e a tratti impetuosa, accompagnando per mano (ma non è più una novità) i suoi ragazzi dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini ai quali non ha risparmiato sorrisi di assenso, gesti paterni, carezze quasi, anche se con la bacchetta ben salda in mano.
    Due spettacoli, tre ore circa ciascuno, seguiti in maniera immersiva dal pubblico che per quattro serate (il 16 e 17 dicembre le prime due recite) ha gremito il teatro. Niente scenografie, niente regie: è un po' il Credo del maestro, da tempo. Orchestra e coro ad occupare l'intero palcoscenico; i cantanti tra le due formazioni: tutti avvolti dalle scenografie virtuali di un gruppo di giovani visual artist a sottolineare i luoghi delle vicende o a suggerire quell'azione che la (quasi) forma di concerto ha azzerato. Effetto piacevole, ma tutto sommato, distraente oltre che dispendiosa, certamente "ecologica". I brani iconici delle due opere, la preghiera di Norma "Casta diva" e il coro "Va pensiero" del Nabucco sono stati i momenti più attesi, e più apprezzati, dei due spettacoli nei quali il peso del Coro del Teatro Municipale di Piacenza, preparato da Corrado Casati, è stato determinante.
    Ottimi i due cast a partire dalla Norma di Monica Conesa, soprano con voce svettante, di potenza stupefacente, che però ha impiegato buona parte delle sue energie, almeno per quasi tutto il primo atto, a fingersi Maria Callas, sia nelle movenze che, a tratti, nella voce: ma il modello altissimo della Divina rimane irragiungibile. In Nabucco a svettare è stata l'altra donna protagonista, Abigaille, cui ha dato corpo Lidia Fridman, cantante con voce dalle sonorità a tratti contraltili.
    Applauditissima. Bene, e anche di più, tutti gli altri: il Nabucco autorevole di Serban Vasile, la Fenena di Francesca Di Sauro, l'Ismaele di Riccardo Rados e lo Zaccaria di Evgeny Stavinsky per l'opera verdiana, il Pollione di Klodjan Kaçani, l'Adalgisa di Paola Gardina e l'Oroveso di Vittorio De Campo per quella di Bellini. Ma rimane incontrovertibile il fatto che questa Trilogia rimarrà nella storia del festival ravennate di Riccardo Muti: mai opere come Norma e come Nabucco, suoi cavalli di battaglia fin dagli anni fiorentini, consegnati anche al disco, sono parse come in questi giorni vere e proprie sinfonie. Il 22 a Ravenna e il 23 a Busseto, Riccardo Muti dirigerà il Gala verdiano, anche per la salvaguardia di Villa Verdi. 
   

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