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Muti e Abdrazakov chiudono tra le ovazioni il Ravenna Festival

Muti e Abdrazakov chiudono tra le ovazioni il Ravenna Festival

Nel 2024 ripartenza con i Wiener Philharmoniker

RAVENNA, 23 dicembre 2023, 10:25

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Giuseppe Verdi è il pane di tutte le nazioni del mondo", il "musicista della Vita": con queste parole riferite ad uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, e certamente il suo più amato, Riccardo Muti ha chiuso ieri sera al Teatro Alighieri di Ravenna la sua cinque giorni dedicata al Maestro di Busseto. La città dove oggi il gala si replicherà, ricco di arie e sinfonie dalle opere del compositore. Un concerto per la salvaguardia della Villa del Maestro. E proprio uno storico scatto che ritrae un Verdi, già avanti negli anni, nel giardino della villa a Sant'Agata a fare da scenografia alla serata e da monito, quasi, per quanti sono nelle capacità della sua acquisizione e rilancio, dopo l'abbandono da parte degli eredi.
    Il concerto è stato parte della Trilogia d'autunno che tradizionalmente chiude il Ravenna Festival, la manifestazione che nel 2024 si aprirà l'11 maggio col ritorno dei Wiener Philharmoniker diretti proprio da Riccardo Muti. La leggendaria compagine viennese, già tante volte ospite del Festival (la prima partecipazione risale al 1992 e, negli anni, ha arricchito il cartellone di eventi indimenticabili, come la trilogia Mozart-Da Ponte), proporrà la Sinfonia N. 35 di Mozart, la "Haffner", e la Sinfonia N. 9 di Schubert, la "La grande".
    Il Gala verdiano di ieri, suggellato da ovazioni da parte del pubblico, ha visto la partecipazione di alcuni dei maggiori cantanti della scena internazionale, molti dei quali "allevati" quasi, proprio da Riccardo Muti: è il caso del basso Ildar Abdrazakov e del soprano Rosa Feola. E poi Juliana Grigoryan, la nuova star della lirica Luca Micheletti, Elisa Balbo e molti altri. Il momento più alto del programma, dopo la magistrale esecuzione della Sinfonia da La forza del destino da parte dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, è stata l'aria dal Don Carlo 'Ella giammai mi amò', dove Ildar Abdrazakov ha mostrato tutta la sua magistrale arte, praticamente senza rivali in questo ruolo di tormentato padre e sovrano verdiano. Consensi sono andati anche a tutti gli altri artisti della serata e al Coro, straordinario come di consueto, del Teatro Municipale di Piacenza. 
   

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