Andata in scena per la prima volta
alla Scala il il 5 febbraio 1887 e composta dopo un lunghissimo
periodo di silenzio (la precedente Aida, risaliva al 1871), la
penultima opera di Giuseppe Verdi, Otello, arriva al Teatro
Comunale Pavarotti-Freni di Modena giovedì 11 gennaio alle 20 e
domenica 14 alle 15.30.
Frutto di una coproduzione con altri teatri della regione,
l'opera verdiana (quattro atti su libretto di Arrigo Boito
dall'omonima tragedia di Shakespeare) verrà presentata in un
nuovo spettacolo con la regia di Italo Nunziata, le scene di
Domenico Franchi e i costumi di Artemio Cabassi. Maestro
concertatore e direttore dell'opera sarà Leonardo Sini, alla
guida dell'Orchestra dell'Emilia-Romagna Arturo Toscanini e del
Coro del Teatro Municipale di Piacenza. Il cast è formato
dall'Otello del tenore Gregory Kunde, interprete di riferimento
per questo ruolo, dal soprano Francesca Dotto, al debutto in
questa produzione nella parte di Desdemona e da Luca Micheletti
(Jago), baritono già protagonista in importanti produzioni alla
Scala di Milano e al Royal Opera House di Londra diretto da
Riccardo Muti.
Nei ruoli minori Antonio Mandrillo (Cassio), Andrea Galli
(Roderigo), Mattia Denti (Lodovico), Alberto Petricca (Montano),
Sayumi Kaneko (Emilia) ed Eugenio Maria Degiacomi (Un araldo).
Una "tragedia di tutti i tempi e di tutte le epoche", la
definisce il regista Italo Nunziata, che in questo allestimento
è "ambientata anche per i costumi e gli oggetti negli ultimi
decenni del 1800, quasi ad evidenziarne, laddove possibile, la
natura di dramma borghese dello svolgersi dell'azione e del
sentimento. Una società ed un periodo storico - prosegue il
regista - che non ha più cotte di ferro o armature, ma corazze
ben precise fatte di particolari tagli degli abiti, di rituali e
forme ineludibili di vivere sociale, di appartenenza per nascita
a un mondo dove chi viene dal di fuori, pur avendo guadagnato
con forza la sua esistenza e posizione in questa società
adeguandosi perfettamente alle sue leggi sociali, sarà visto e
ne rimarrà sempre come estraneo e straniero".
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