L'arte come messaggio di pace: il
polo culturale Fondazione Tito Balestra di Longiano
(Forlì-Cesena) concentra i propri sforzi di divulgazione
artistica su questo tema come filo conduttore per tutto il 2025
e in questa direzione si colloca la mostra "José Ortega. Disegni
per i cicli 'Passarono' e 'Morte e nascita degli Innocenti
1968-1970' e altre opere grafiche e libri d'artista", realizzata
in collaborazione con il Museo Internazionale della Grafica di
Castronuovo Sant'Andrea (Potenza). L'esposizione - che verrà
inaugurata sabato 15 marzo nell'ex chiesa Madonna di Loreto al
Castello malatestiano e sarà visitabile fino all'11 maggio - per
la prima volta in Emilia-Romagna accoglie 123 disegni
preparatori nati dalla convinzione di Ortega (1921-1990) che "ci
sono momenti nella vita dei popoli in cui gli artisti sentono
che un'arte di contenuto rivoluzionario è una necessità".
Artista fortemente impegnato politicamente, fu uno dei
rappresentanti del realismo sociale durante la Guerra civile
spagnola. Si trasferì a Madrid a 13 anni dove iniziò a dipingere
e prese parte ai circoli antifranchisti. Condannato per reati di
opinione a 26 anni, uscì dal carcere nel 1952 e realizzò il suo
primo ciclo di xilografie. Negli anni successivi, durante il suo
esilio a Parigi, ricevette la medaglia d'oro per la sua lotta
per la libertà. La sua mano è inquieta come l'occhio del
fotografo, disegna per raccontare ciò che gli altri non possono
vedere, scopre il vero senso della lotta, sceglie un particolare
e lo dilata trasformandolo in simbolo. Ogni segno traccia
un'immagine-visione in presa diretta. L'esposizione evidenzia le
tante letture e le molteplici influenze di Ortega, da Josep
Renau, artista della propaganda politica visiva, al Picasso
spagnolo del 1934-1938 la cui soluzione espressiva affascinerà
tutta l'Europa; ma anche Alberto Sánchez Pérez, scultore
toledano, e Gonzales de "La contadina di Montserrat", fino a
Goya dei "Disastri della guerra".
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