Si conclude con un risultato
negativo "ma pur sempre un risultato", ha detto il genetista
forense, Emiliano Giardina, all'uscita dall'aula del Tribunale
di Rimini dove dalla mattinata si sta tenendo l'udienza di
incidente probatorio nell'indagine per l'omicidio di Pierina
Paganelli, la 78enne accoltellata il 3 ottobre del 2023.
Giardina, incaricato dal gip Vinicio Cantarini, ha esaminato
i reperti della scena del crimine ed il materiale biologico
isolato dalla polizia scientifica, nel garage di via del
Ciclamino alla ricerca del Dna dell'indiziato, Louis Dassilva,
il senegalese di 35 anni in carcere dal 16 luglio. Il genetista
dell'Università di Tor Vergata ha spiegato come non sia emersa
alcuna corrispondenza con il Dna di Dassilva. "Anche
quest'ultima integrazione, quella sulle chiavi e telecomando di
Pierina non ha portato a risultati rilevanti - ha detto Giardina
- Ho relazionato su tutti gli esiti analitici compiuti e non
spetta poi a me interpretarne l'utilità. È vero che non è stato
identificato nulla. Resta il rammarico perché il nostro lavoro
avrebbe potuto essere più semplice. ma dobbiamo arrenderci ai
risultati. Comunque capita di lavorare in condizioni difficili,
non c'è da far polemica su questo. Non sono state chieste
integrazioni", ha quindi concluso.
I reperti della scena del crimine, i vestiti della vittima in
particolare, sarebbero stati contaminati dalla muffa a causa del
cattivo stato di conservazione, per cui sarebbe stato eroso il
Dna che è risultato non rintracciabile. Per gli inquirenti è
quindi impossibile collocare Dassilva sul luogo dell'omicidio
attraverso la prova del Dna. Un dato accolto in maniera
favorevole dagli avvocati della difesa Riario Fabbri e Andrea
Guidi. L'udienza è ancora in corso sui risultati della cam3, la
telecamera della farmacia di via del Ciclamino e sull'analisi
dei dispositivi mobili.
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