Un progetto mira a riportare
all'attenzione del pubblico storia e memoria dell'Accademia di
Belle Arti di Bologna attraverso le opere di artisti che si sono
formati al loro interno e oggi riconosciuti a livello nazionale
e internazionale: il Salone degli Incamminati della Pinacoteca
Nazionale di Bologna ospita dall'8 maggio (ore 18) al 15 giugno
la sesta edizione del progetto espositivo 'EX', a cura di Carmen
Lorenzetti.
Dal 2016 l'evento ha presentato il lavoro di artiste e
artisti come Riccardo Baruzzi, Giovanni Blanco, Pierpaolo
Campanini, Jacopo Casadei, Paolo Chiasera, Cristian Chironi,
Rudy Cremonini, Flavio de Marco, Andrea Facco, Michael Fliri,
Andrea Galvani, Domenico Grenci, Enrico Minguzzi, Margherita
Moscardini, Andrea Nacciarriti, Marco Neri, Alessandro Pessoli,
Leonardo Pivi, Nicola Samorì, mantenendo centrale il suo valore
esemplare, quello di portare esempi di successo e di
rappresentare un incoraggiamento importante per studentesse e
studenti.
La mostra intende riflettere sulla pluralità di pratiche
artistiche che caratterizzano la contemporaneità, attraverso
pittura, scultura e arte pubblica. Quest'anno la collettiva
presenta una selezione di opere di sei artisti accomunati dal
punto di vista generazionale: Lorenzo di Lucido (1983), Nicola
Melinelli (1988), Gianni Moretti (1978), Andrea Salvatori
(1975), Vincenzo Simone (1980) e Cristiano Tassinari (1980). Tre
artisti sono pittori: Di Lucido costruisce superfici monocrome
che sembrano graffiate in superficie costruendo come dei
territori visti dall'alto, Simone usa una figurazione densa,
intensa con rimandi interno-esterno continui, Melinelli forza i
limiti dell'astrazione con superfici geometriche irregolari
tirate a lucido con colori vivacisissimi. Tassinari, pittore e
scultore, indaga l'immagine banale e i cliché dell'italianità
attraverso dipinti raffinati e sculture polimateriche, mentre
Salvatori, virtuoso della ceramica, costruisce paradossi visuali
e rimandi analogici alla contemporaneità, come Terzo Paesaggio
che sono zolle delle terre martoriate di Romagna, e Moretti
disegna un mandala di metallo, Anna-Monumento all'attenzione
(promessa), costruito perché tutti partecipino attivamente al
ricordo della strage di Sant'Anna di Stazzema.
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