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ANSAcom - In collaborazione con Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka
Insegnare l'italiano in modo
inclusivo e accessibile, attraverso un processo orizzontale. È
questo l'obiettivo di NoLBrick, progetto presentato al
Padiglione Italia nell'ambito dell'iniziativa Make Italian
Culture Alive (Mica), un'iniziativa finanziata dal ministero
dell'Università e della ricerca, che riunisce cinque università
italiane per Expo 2025 Osaka: la capofila Ca' Foscari di
Venezia, l'Università di Firenze, l'Università L'Orientale di
Napoli, l'Università degli Studi di Milano (Statale),
l'Università La Sapienza di Roma e con la partecipazione della
Fondazione Changes.
Nato nel 2018 con i finanziamenti dell'Università Ca' Foscari
di Venezia all'interno del Dipartimento di Studi sull'Asia e
sull'Africa Mediterranea, il progetto NoLBrick è stato
sviluppato dalla professoressa Marcella Mariotti. "Il titolo
nasce dall'album The Wall dei Pink Floyd proprio per sgretolare
la figura del docente come qualcosa di distaccato dallo
studente" dice Mariotti spiegando che "dietro c'è una filosofia
critica che vede interagire due persone, non tanto studente e
docente, ma due persone che hanno qualcosa da dirsi".
Un obiettivo raggiungibile anche grazie all'utilizzo di
strumenti tecnologici che consentono di fare non più lo studio
della grammatica durante l'ora e la classe di lingua, "bensì di
utilizzare quell'ora e quella classe per parlare fra le persone"
aggiunge la professoressa di Ca' Foscari.
Il Mica è un progetto "su arte e cultura dedicato in
particolare alla valorizzazione, narrazione e valorizzazione del
patrimonio artistico culturale italiano" racconta Chiara Saccon,
Prorettrice alle Relazioni internazionali dell'università Ca'
Foscari e coordinatrice scientifica del progetto Mica. Il modo
in cui è stato interpretato il progetto "è dinamico e
contemporaneo" aggiunge Saccon: "Siamo abituati a vedere la
bellezza monumentale italiana, ad ammirarla, considerarla quasi
statica, in realtà non abbiamo voluto vederla in forma dinamica"
spiega la Prorettrice.
Un altro dei progetti di Mica presentato al Padiglione Italia
è Repair. Un'iniziativa nella quale tecnologie all'avanguardia
vengono impiegate per ricostruire fisicamente reperti
archeologici, che si trovano spesso in condizioni frammentate e
difficili da assemblare.
"Il progetto vuole risolvere un problema molto importante che
è quello della ricostruzione di affreschi distrutti" racconta
Sebastiano Vascon, professore associato Ca' Foscari e
coordinatore di Repair. Vascon li definisce "puzzle
archeologici" per i quali non esiste "un'adattazione storica,
perché non abbiamo nessuna informazione di come questi affreschi
fossero in passato", come quelli di Pompei presentati al
Padiglione Italia, distrutti dall'eruzione del Vesuvio circa nel
79 d.C.
Il progetto coinvolge una serie di fasi. Vascon, presente
insieme all'altro coordinatore Marcello Pelillo, spiega che c'è
prima "una fase di acquisizione in cui tutti questi frammenti
disordinati vengono puliti e digitalizzati in 3D in alta
definizione" e poi c'è una seconda fase "in cui c'è una
ricostruzione virtuale". Infine l'ultima fase coinvolge una
parte robotica, "quindi la ricostruzione fisica nel mondo reale,
con un robot che permette di toccare e afferrare pezzi molto
fragili come appunto i frammenti del parco archeologico di
Pompei" conclude Vascon.
ANSAcom - In collaborazione con Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka
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