È la festa del teatro popolare
tradizionale triestino, e dunque la sala è piena per la prima e
il pubblico vuole, si attende e si diverte alle battute, gli
sketch, le storie e le finte disattenzioni che accentuano
l'allegro caos. Tutto è concesso in questo cuguluf teatrale, è
sufficiente uno scheletro di storia: dunque un cellulare squilla
in una magione di fine '800 di una buona famiglia 'grega' finita
in miseria; gli stucchi in alto nel salone tra iconografie di
nudi guerrieri con scudo e lancia e ancelle in agire servile
propongono una ragazza in vespa; si canta Billy Joel e Jane
Austin può arrivare a Trieste in vacanza, dove non è mai stata e
per giunta parlare correntemente triestino. E' "Jane Austin
cuguluf" della Compagnia teatrale La Contrada, andata in scena
ieri sera al Teatro Bobbio.
Scritto e diretto da Alessandro Fullin, che è anche
interprete insieme con la grande Ariella Reggio, lo spettacolo
porta in scena bravi caratteristi che recitano all'unisono in
una riuscita e collaudata sintesi che si riconosce nella comune
identità triestina (Marzia Postogna, Adriano Giraldi, Elke
Burul, Francesco Godina, Daniela Gattorno, Valentino Pagliei e
Leonardo Zannier).
«El bel dell'operetta xe proprio questo: dir un sacco de
monade senza pentirse e anzi cantando!», dice Alessandro Fullin
sintetizzando lo spirito del divertente Jane Austin cuguluf che
va in scena fino al 23 ottobre e dal 27 al 30 ottobre (serali
alle ore 20.30, tranne domenica alle 16.30.).
Chissà se avrebbe ripetuto il successo di Orgoglio e
pregiudizio il romanzo che la Austin/Fullin sostiene in scena di
aver cominciato a scrivere nel soggiorno triestino: "Amore al
bivio", dove il bivio è quello di Miramare e non una scelta
spirituale.
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