Con otto titoli d'opera, dalle più
popolari come l'apertura di Manon Lescaut dedicata al centenario
pucciniano o il ritorno di Oren con Nabucco, alla seconda
esecuzione mondiale dell'unico libretto scritto da Giorgio
Strehler su commissione di Victor de Sabata, al balletto Giselle
di Sng Opera in balet Ljubljana, torna dal 2 novembre al 23
giugno la stagione lirica e di balletto del teatro Verdi di
Trieste.
Una stagione - presentata stasera - che riporta la città al
proprio genius loci, tra tradizione e innovazione. L'apertura
del 2 novembre è con Manon Lescaut nell'allestimento di Opéra de
Monte-Carlo e del teatro tedesco di Erfurt per la regia di Guy
de Montavon. Dal 7 dicembre si prosegue con il ritorno
postpandemico di Die Zauberflöte di Mozart, coproduzione del
2022 di Trieste con Aslico e il teatro americano Opera Carolina
del regista Ivan Stefanutti.
Il 2024 si aprirà con uno dei titoli Tudor di Donizetti, Anna
Bolena, nello storico allestimento del 2007; sul podio Francesco
Ivan Ciampa. Ariadne auf Naxos di Richard Strauss arriva a
febbraio con Enrico Calesso. A marzo il Nabucco di Verdi vedrà
il ritorno di Daniel Oren, per la regia di Giancarlo Del Monaco
e la produzione del Teatro Croato.
A maggio con la Cenerentola di Rossini tornerà sul podio
Enrico Calesso con un cast che rivede al Verdi il baritono
Giorgio Caoduro. E sempre a maggio torna il giovane balletto di
Ljubljana guidato dal direttore artistico Renato Zanella, in
scena con Giselle di Adam. La chiusura dal 14 al 23 giugno è con
il dittico novecentesco Il Castello del Duca Barbablù di Béla
Bartók nella nuova regia di Henning Brockhaus e la seconda
esecuzione mondiale de La Porta Divisoria, unico libretto
scritto da Strehler su commissione di De Sabata per La Scala di
Milano.
Dopo due stagioni "ridotte" causa pandemia si riparte, ha
spiegato a margine il sovrintendente Giuliano Polo, "ritornando
agli otto titoli tradizionali del Verdi. Questa è una scommessa
che ci permette di presentare un repertorio vario e avere
finalmente un titolo in lingua tedesca". La pandemia, ha
osservato, "ha cambiato il mondo, quindi il teatro e il
pubblico. Nella scorsa stagione abbiamo avuto una forte
flessione degli abbonamenti ma questo ha consentito
l'avvicinarsi a teatro di un pubblico nuovo, giovane. I
risultati sono positivi, con il tasso di riempimento del teatro
al 75%: crediamo di aver fatto un buon passo verso il
riavvicinamento del pubblico al teatro".
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