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Il Verdi di Trieste riparte con Manon Lescaut di Puccini

Il Verdi di Trieste riparte con Manon Lescaut di Puccini

La stagione lirica al via il 2 novembre. Torna Oren con Nabucco

TRIESTE, 29 giugno 2023, 19:31

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Con otto titoli d'opera, dalle più popolari come l'apertura di Manon Lescaut dedicata al centenario pucciniano o il ritorno di Oren con Nabucco, alla seconda esecuzione mondiale dell'unico libretto scritto da Giorgio Strehler su commissione di Victor de Sabata, al balletto Giselle di Sng Opera in balet Ljubljana, torna dal 2 novembre al 23 giugno la stagione lirica e di balletto del teatro Verdi di Trieste.
    Una stagione - presentata stasera - che riporta la città al proprio genius loci, tra tradizione e innovazione. L'apertura del 2 novembre è con Manon Lescaut nell'allestimento di Opéra de Monte-Carlo e del teatro tedesco di Erfurt per la regia di Guy de Montavon. Dal 7 dicembre si prosegue con il ritorno postpandemico di Die Zauberflöte di Mozart, coproduzione del 2022 di Trieste con Aslico e il teatro americano Opera Carolina del regista Ivan Stefanutti.
    Il 2024 si aprirà con uno dei titoli Tudor di Donizetti, Anna Bolena, nello storico allestimento del 2007; sul podio Francesco Ivan Ciampa. Ariadne auf Naxos di Richard Strauss arriva a febbraio con Enrico Calesso. A marzo il Nabucco di Verdi vedrà il ritorno di Daniel Oren, per la regia di Giancarlo Del Monaco e la produzione del Teatro Croato.
    A maggio con la Cenerentola di Rossini tornerà sul podio Enrico Calesso con un cast che rivede al Verdi il baritono Giorgio Caoduro. E sempre a maggio torna il giovane balletto di Ljubljana guidato dal direttore artistico Renato Zanella, in scena con Giselle di Adam. La chiusura dal 14 al 23 giugno è con il dittico novecentesco Il Castello del Duca Barbablù di Béla Bartók nella nuova regia di Henning Brockhaus e la seconda esecuzione mondiale de La Porta Divisoria, unico libretto scritto da Strehler su commissione di De Sabata per La Scala di Milano.
    Dopo due stagioni "ridotte" causa pandemia si riparte, ha spiegato a margine il sovrintendente Giuliano Polo, "ritornando agli otto titoli tradizionali del Verdi. Questa è una scommessa che ci permette di presentare un repertorio vario e avere finalmente un titolo in lingua tedesca". La pandemia, ha osservato, "ha cambiato il mondo, quindi il teatro e il pubblico. Nella scorsa stagione abbiamo avuto una forte flessione degli abbonamenti ma questo ha consentito l'avvicinarsi a teatro di un pubblico nuovo, giovane. I risultati sono positivi, con il tasso di riempimento del teatro al 75%: crediamo di aver fatto un buon passo verso il riavvicinamento del pubblico al teatro".
   

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