"La vostra presenza in Libano è
fondamentale per la stabilità regionale. Voi siete protagonisti
di un complesso cammino che sta compiendo tutta la comunità
internazionale, contribuendo ogni giorno, con professionalità e
dedizione, al percorso di stabilizzazione. A voi, dunque, donne
e uomini della Brigata Pozzuolo del Friuli, il mio più sentito
ringraziamento. Siete ambasciatori di pace, garanti della
sicurezza, artefici e costruttori di un futuro migliore.
Indossate un'uniforme che significa rispetto e attenzione verso
le popolazioni. Sono certo che saprete onorare il vostro
compito, portando il Tricolore con orgoglio e contribuendo a
consolidare il prestigio dell'Italia, da sempre in prima fila
nel portare aiuto dove serve, alle popolazioni che soffrono gli
orrori delle guerre. A voi il saluto riconoscente e la vicinanza
della Difesa e dello Stato". Lo ha detto il ministro della
Difesa, Guido Crosetto, in video collegamento dal Municipio di
Gorizia, con il comandante della Brigata "Pozzuolo del Friuli",
generale di brigata Nicola Mandolesi, e il personale militare
impegnato in Libano nella missione Unifil.
Presenti anche il Capo di Stato maggiore della Difesa,
Luciano Portolano, il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna e la
partigiana medaglia d'oro al valor militare, Paola Del Din.
A margine della cerimonia per la riapertura del Sacrario
militare di Oslavia, il ministro ha poi fatto riferimento
all'attacco al mezzo Unifil di ieri: "Oggi i nostri contingenti
non sono usciti per precauzione - ha spiegato - Hezbollah non
vuole rinunciare al controllo di una parte del Libano e allo
scontro con Israele. E' uno dei motivi per cui siamo lì e per
cui da due anni e mezzo chiedo all'Onu di cambiare le regole di
ingaggio per consentire ai nostri di poter portare a svolgimento
la loro missione ed evitare che incidenti come questi si
ripetano e si possa tornare a una vita normale. Lo stiamo
facendo con l'aiuto delle forze armate libanesi grazie
all'impegno dei nostri, lo faremo ancora di più nei prossimi
mesi. Ci auguriamo che anche l'Onu capisca che la nuova
situazione richiede un nuovo modo di agire. A oggi siamo
comunque abbastanza fiduciosi che si tratti di un incidente
isolato", ma "vigileremo".
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