"Una nuova teoria dello Stato si
sta formando nei 'big States' (Stati Uniti e Cina) con le 'tech
giant', grandi aziende tecnologiche, basate sul mito
capitalistico dell'efficienza. Un percorso che sta avvenendo, ed
è ciò che mi preoccupa, senza che sia pubblico il dibattito". Ne
è convinta Asma Mhalla, esperta di geopolitica della tecnologia
e docente alla Columbia, Sciences Po e a École polytechnique che
ieri sera ha dialogato con Paolo Giordano, direttore artistico
del IX festival Scienza e virgola della Sissa di Trieste,
prendendo spunto dal suo ultimo libro 'Tecnopolitica. Come la
tecnologia ci rende soldati'.
Secondo la studiosa, insieme le tech giant e gli Stati stanno
"plasmando nuove forme di potere", e la sua indagine è
"comprendere chi costruisce questi strumenti e quale è la loro
ideologia". Asma Mhalla, tunisina trasferita in Francia, ha
parlato di "un Leviatano nuovo e a due teste", facendo gli
esempi di Elon Musk e Donald Trump. Per questo Leviatano "il
nemico è la nostra democrazia, è il sistema di check balance".
Tutto questo avviene nel silenzio: "Il nostro futuro è stato
hackerato" sentenzia Mhalla e "neanche i media fanno una
riflessione profonda, si limitano a commentare ciò che Trump fa
e dice. È una realtà parallela: loro con i loro fini, e noi".
Una realtà in cui "i magistrati emettono sentenze, ci sono
proteste nelle strade ma ciò non funziona più, non serve. E
siamo qui, bloccati".
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