Un'attività di ricognizione degli
studi di artista in tutta Italia, piccole mostre di
approfondimento, borse di studio per ricercatori perché si
dedichino a raccontare il contemporaneo, una rivista critica
dove raccogliere le riflessioni dei curatori, oltre ad un lavoro
sull'archivio, sul digitale, sulle relazioni con le altre
istituzioni internazionali. Chiusa con un anno di ritardo causa
Covid la mostra 2020 e in attesa che vengano completati (non
prima del 2025 spiega Croppi per un problema di inquinamento
che ha fermato il cantiere) i lavori per la nuova sede
all'Arsenale Clementino, la Quadriennale si ripensa. E con Gian
Maria Tosatti alla direzione artistica, fino al 2024, prova a
mettere le basi per un lavoro sistematico che porti ad
identificare l'arte italiana di oggi e a costruire le fonti una
sua rilettura critica. "Niente wow, niente muscoli - premette
Tosatti - saremo il cervello che riflette sullo stato
dell'arte". Con un metodo e con un programma triennale
(2022-2024) realizzato con un budget di 1,5 milioni di euro e
progetti che si incatenano in maniera armonica "per costruire
un pensiero, ma soprattutto una lettura, aiutare l'arte italiana
a pensarsi e poi a rendersi leggibile", dice l'artista in un
ruolo ben diverso da quello che da maggio lo vedrà protagonista,
in quel caso con le sue opere, del Padiglione Italia alla
Biennale d'arte di Venezia. "Quello che sto impostando è un
programma a lungo termine, che possa portare fra 10 anni a
quadruplicare il pubblico", dice. Le polemiche che hanno
accompagnato questo suo doppio incarico non vengono ignorate.
Anzi, Umberto Croppi, che della Quadriennale è il presidente,
quasi le rivendica "fanno parte del bagaglio di un corpo vivo" ,
sostiene ricordando che l'artista è stato scelto fra altri 53
candidati da una commissione di esperti. Tosatti in ogni caso
non sarà il curatore della prossima Mostra, in scena nel 2025 e
non se ne occuperà. Tanto che della Mostra oggi quasi non si
parla, se non per ribadire che verrà allestita al Palazzo delle
Esposizioni e in parte nella nuova sede che per allora dovrebbe
essere terminata. L'attuale Cda scadrà nell'agosto del 2023,
puntualizza Croppi, "se ne occuperanno i successori".
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