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Galgut, ora in Sudafrica ci sentiamo più sicuri che in Europa

Galgut, ora in Sudafrica ci sentiamo più sicuri che in Europa

Lo scrittore Booker Prize a Libri Come con 'La promessa'

ROMA, 13 marzo 2022, 15:14

Redazione ANSA

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"La situazione mi turba profondamente. E' la prima volta da anni e anni che noi in Sudafrica quando guardiamo al futuro ci sentiamo più sicuri di voi europei". Lo ha detto all'ANSA Damon Galgut, lo scrittore Booker Prize 2021 con 'La promessa' (Edizione E/O), della guerra in Ucraina. Tra i più attesi protagonisti della giornata di chiusura di 'Libri come', protagonista di un incontro condotto da Goffredo Fofi alla Festa del Libro e della Lettura all'Auditorium Parco della musica di Roma, Galgut spiega: "Non ho idea di come finirà. Noi sudafricani ne sappiamo molto meno di voi. Chi può saperlo meglio di voi?".
    Già due volte finalista al Booker Prize, nel 2003 e nel 2010, nato a Pretoria nel 1963 e tra gli scrittori di maggior successo della generazione letteraria sudafricana post-apartheid, Galgut, che vive a Città del Capo, ci regala ne 'La promessa', uscito in Italia nella traduzione di Tiziana Lo Porto, una saga familiare moderna che poteva arrivare solo dal Sudafrica. E della situazione della cultura nel suo Paese e dell'Africa che nel 2021 è stata grande protagonista della scena letteraria con il suo Booker Prize e il Nobel ad Abdulrazak Gurnah spiega: "C'è un serbatoio enorme di talenti letterari in Sudafrica. Una discreta varietà di piccole case editrici e scrittori di tanti colori di pelle, ma mancano i lettori, il pubblico. Esistono i festival ma sono pochi". "Bisognerebbe invogliare alla lettura, sviluppare la cultura della lettura che non è stata incoraggiata dalle autorità sudafricane dalla fine dell'apartheid. Ma ci vorranno ancora anni. Mi piacerebbe che qui, al posto mio, ci fosse uno scrittore nero" ha detto Galgut nell'incontro, applauditissimo.
    "Sotto apartheid i libri avevano una grande importanza, sono stati una forma di resistenza come quelli della Premio Nobel Nadine Gordimer. Caduto l'apartheid i libri non hanno più lo stesso impatto che hanno avuto in quei decenni terribili. Non vengono messi al bando, non sono più pericolosi" ha sottolineato Galgut.
   

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