(di Paolo Petroni)
Torna, dopo i due anni di
pandemia in cui comunque non si è mai arrestato e ha cercato,
per quel che è stato possibile, di confermare con la presenza di
artisti stranieri la sua vocazione internazionale, il Romaeuropa
Festival, annunciando gli 80 spettacoli in programma per un
totale di 155 repliche in 18 spazi romani diversi dall'otto
settembre al venti novembre 2022. L'apertura sarà affidata alla
danza con quattro appuntamenti successivi, con nomi che vanno da
Emio Greco a Sasha Waltz e Anne Teresa De Keersmaeker e
musicisti quali Stefe Reich, Terry Riley e l'assolo di Olafur
Arnalds, mentre la chiusura vedrà la riproposta integrale di un
classico della seconda metà del Novecento, 'Einstein on the
beach'' di Philips Glass con Suzanne Vega, L'Ictus Ensemble e il
Collegium Vocale Gent, confermando la grande attenzione al
contemporaneo e al nuovo senza dimenticare il rapporto col
passato, come ricorda il direttore artistico del Festival
Fabrizio Grifasi.
Un programma quindi molto ricco, che intitola le sue diverse
parti 'Dialogo', con la Storia, col Presente, col Futuro, tra
Generazioni e, grazie a progetti di sostenibilità e
solidarietà, col Pubblico, affiancando al cartellone principale
altre varie sezioni, da 'Digitallive' a cura di Federica Patti
che intreccia arti performative e culture digitali esplorando i
nuovi territori virtuali, a 'Line Up' sulle nuove sonorità
urbane, 'Dancing Days' sulle novità della nuova scena
coreografica italiana e europea, Anni luce' che sostiene le
nuove proposte della scena teatrale italiana under 30, sino al
programma 'Kids' per i più piccoli e le loro famiglie.
Tra i tanti nomi in programma James Thierrée col suo teatro
musicale; Bartolin/Baronio con i loro esercizi sull'abitare, la
danza di Jan Martens; Milo Rau col suo nuovo spettacolo sul tema
del lutto e del valore della memoria; Ben Frost con la sua
ricerca musicale elettronica; il Berliner Ensemble che ritorna e
propone ''L'opera da tre soldi'' di Kurt Weill e Bertolt Brecht
con la regia di Barrie Kosky; Renato Sarti che, nel centenario
della Marcia su Roma, rievoca i fatti che portarono il fascismo
al potere; Francois Sarhan con le sue musiche
nell'interpretazione visiva di William Kentridge.
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