/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Fabrizio Ferraro, racconto gli indesiderati

Fabrizio Ferraro, racconto gli indesiderati

In gara alla Festa di Roma I morti rimangono con la bocca aperta

ROMA, 19 ottobre 2022, 15:45

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Francesco Gallo) Bianco e nero e poche parole. È il mondo di Fabrizio Ferraro che arriva alla Festa di Roma in concorso con un film dal suggestivo titolo: I MORTI RIMANGONO CON LA BOCCA APERTA. Il regista di film come LA VEDUTA LUMINOSA ci porta questa volta nel 1944 sui monti marsicani. Qui un piccolo gruppo di partigiani è braccato dai nemici. Una lunga fuga, la loro, tra le montagne innevate tra pause, timori e sospetti. In particolare la loro paura è evidente e questo mentre sono immersi in una natura piena di neve. Qualche ritmato scontro a fuoco e poi il sospetto che tra di loro ci sia una spia, una donna, però, amata da uno di loro. Il tutto sulle note di un inedito San Martino Campanaro.
    "Cosa ci dicono i morti e perché difficilmente ci mettiamo ad ascoltarli? Continuamente ci dicono qualcosa, anche di questo nostro presente - dice Ferraro -. Certo, le immagini potranno aiutarci purché si astengano dal dire. Allora, forse, finalmente riusciranno ad incontrare la vita pulsante nel momento stesso del suo farsi e a farci sentire che le nostre grandi paure non vengono mai dal futuro, ma dal passato, come ci ricorda Primo Levi". Perché questo film? "Volevo passare del tempo sulla neve - risponde con ironia -. A parte gli scherzi, questo lavoro rientra all'interno di un percorso, di una serie di film tutti dedicati ai marginali, agli indesiderati. Tutte persone che sembrano ai margini e che invece sostengono il mondo. È il caso appunto dei partigiani che ancora ci parlano, ma non li ascoltiamo mai".
    Cosa vorrebbe gli dicesse uno spettatore? "Che il film gli è rimasto sulla pelle, che non riesce a tradurlo, che ancora ne sente il profumo, questo sarebbe il complimento più grande". Il cinema che ha formato Ferraro? "Sono tanti autori e i più svariati, da Henry Ford a Tati fino a Jean-Marie Straub". Della sua presenza in concorso dice, infine, con vero entusiasmo: "Questa partecipazione mi apre alla speranza. In genere di certi film si dice è bello, ma non è adatto al concorso. E questo nel segno di un elogio della mediocrità. Questa volta non è stato così". Nel futuro, "ancora un film su un 'indesiderato', ovvero sulla deportazione del poeta russo Osip Ėmil'evič Mandel'štam".
   
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza