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Gino Galli, il grande dimenticato del Futurismo

Gino Galli, il grande dimenticato del Futurismo

A Roma la prima mostra sull'artista a quasi 80 anni dalla morte

ROMA, 11 marzo 2023, 16:29

Redazione ANSA

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Dipinti bellissimi sconosciuti fino ad oggi, ristretti nello spazio delle collezioni private o nascosti in cantina. Se opere del genere non sfigurerebbero accanto ai capolavori del primo Novecento, com'è possibile che non sia rimasta traccia di un artista annoverato tra i nomi di spicco del Futurismo e poi scomparso dalla metà degli anni Venti pur continuando a dipingere ad alto livello fino alla morte nel 1944? Certo, il carattere tormentato e solitario di Gino Galli e i pochi elementi disponibili sulla biografia e sulle cause stesse della sua fine, a soli 51 anni, non aiutano a ricostruirne nel dettaglio il profilo. Risulta quindi preziosa la mostra che gli dedica fino al 6 maggio il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell'Università La Sapienza, la prima a quasi ottant'anni dalla morte.
    Il giornalista Edoardo Sassi e la ricercatrice Giulia Tutino che l'hanno curata, coronando un lungo e minuzioso lavoro di indagine, raccontano l'artista romano attraverso una cinquantina di opere suggestive seguendo il filo cronologico. Ecco quindi gli esordi 'divisionisti' nel 1910 come allievo prediletto di Giacomo Balla, che lo accolse in casa, e la sterzata dopo la Marcia su Roma verso un "ritorno all'ordine" e a un realismo magico dallo stile originale e autonomo in cui predominano i volti intensi, paesaggi e nature morte, i grandi ritratti di autoerotismo maschile e femminile, l'immagine brillante quasi marmorea di una Madonna con Bambino, fino all'ultimo quadro, una Natività cupa e inquietante a chiudere i conti di una esistenza difficile, complicata da una salute precaria e dalla fragilità mentale. Del resto, sull'oblio che ha avvolto Galli quando era in vita e poi dal dopoguerra, oltre che l'adesione al Fascismo pesa l'omosessualità, l'interesse per l'occultismo, la scoperta che era nella lista dei sub-confidenti dell'Ovra, la polizia segreta del Regime, i rapporti con Bice Pupeschi - alla quale dedicò l'unico ritratto esistente - tenutaria di case di appuntamento, spia e una delle amanti del capo della polizia fascista Arturo Bocchini.
   

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