Lui, sposato, interpretato da Filippo
Timi, è un perverso narcisista megalomane con tendenze suicide e
erotomane. Lei, interpretata da Lucia Mascino, è una paranoica
schizofrenica e ninfomane che vive come reali i personaggi che
interpreta da ballerina classica. I due si incontrano nel parco
di una clinica psichiatrica sedendosi su due panchine vicine, e
inizia subito una schermaglia, una sfida tra momenti di verità
e provocazioni, che, viste le loro sindromi, ha una base
sostanzialmente sessuale, tra vizio e seduzione. Promenede de
Santé, come si intitola il lavoro del francese Nicolas Bedos che
si replica a Roma sino a domenica 28 maggio all'Ambra Jovinelli
con la regia di Giuseppe Piccioni, racconta il primo e una serie
di succesivi incontri della coppia, conseguenze dei loro vari
ricoveri nel tempo.
È un gioco amoroso alla fine, condotto con un linguaggio
sessuale spesso crudo, in cui i due si sentono inevitabilmente
attratti l'uno dall'altra, ma si tengono a bada, si provocano,
sanno bene che "non ci si può fidare dei matti". Sono attratti
uno dall'altra, hanno bisogno uno dell'altra, ma questo lo
sentono come una trappola. Lui, come lei gli dice, sembra far
capire "come sono stronzo, ma come sono interessante" e, al
contrario, lui è spiazzato e sedotto dai suoi improvvisi
comportamenti imprevisti.
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