''E' sempre una meraviglia essere a
Roma''. Caetano Veloso ha salutato così il pubblico che ieri ha
occupato ogni posto della Cavea dell' Auditorium Parco della
Musica Ennio Morricone per il concerto conclusivo del Summer
Fest, unica data italiana del suo tour europeo. Una serata
magica per i quasi cinquemila spettatori che hanno acclamato
ininterrottamente uno dei giganti della musica brasiliana
lasciandosi trascinare in un viaggio musicale tra i brani del
suo ultimo album Meu Coco e i capolavori della sua carriera
leggendaria, da Sampa a You don't know me, Desde que o Samba é
Samba (con tutti a cantare ''a tristeza è senhora…''), O
Leaozinho, A bossa nova è Foda e altri ancora. Buona parte degli
spettatori della platea non hanno resistito e si sono accalcati
davanti al palco. Sorretto da una band formidabile, Veloso ha
lasciato parlare i brani riservandosi un breve spazio per
ricordare al pubblico i musicisti con cui ha suonato in passato,
citare Augusto de Campos ''il più grande poeta brasiliano
vivente'', i suoi 81 anni portati egregiamente con la voglia di
lasciarsi andare anche ad accenni di ballo, e il suo rapporto
con la lingua italiana. ''Non parlo italiano, da piccolo amavo
questa lingua, tutto quello che so l' ho imparato dai film, dal
cinema italiano''. E ha subito proposto Michelangelo Antonioni,
l' unica sua canzone scritta in italiano, in un crescendo sempre
più coinvolgente tra cori e standing ovation verso il finale di
Baby, Sem Samba nao Dà, Luao de Sao Jorge e i bis conclusi da A
luz de Tieta.
Daniele Pittèri, amministratore delegato della Fondazione
Musica per Roma, ha presentato la serata finale ricordando i 58
concerti del Roma Summer Fest che hanno richiamato oltre 170
mila spettatori con il 35 per cento di biglietti comprati all'
estero. ''In 22 anni di attività è il record di presenze - ha
detto -. Grazie a voi, per averci seguiti anche con la pioggia,
vuol dire che è stata una programmazione giusta per ogni tipo di
pubblico della Capitale. Questo è il più grande luogo di
spettacolo d' Europa. Roma spesso se lo dimentica e invece
dobbiamo essere fieri''.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA