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Classicità e IA, il tocco impalpabile di Giorgio Tentolini

Classicità e IA, il tocco impalpabile di Giorgio Tentolini

Alla Galleria Russo di Roma le nuove opere dell' artista

ROMA, 08 aprile 2025, 15:53

Redazione ANSA

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Il dialogo tra la cultura classica e la contemporaneità sviluppato, una tecnica che con la sovrapposizione di strati leggeri di rete metallica e tulle crea figure impalpabili che emergono e si dissolvono. Si sviluppa così la ricerca di Giorgio Tentolini, in mostra dal 10 aprile al 2 maggio alla Galleria Russo di Roma con i nuovi lavori riuniti nella mostra ''Cantami o Diva'', a cura di Anna Castello. A distanza di cinque anni dall'ultimo progetto, Diacronie, e dopo la recente partecipazione alla Biennale di Venezia con Nemo propheta in patria, l'artista di Casalmaggiore (Cremona) torna a esporre nella capitale. ''L'immagine è da sempre il punto di partenza del lavoro di Tentolini - osserva la curatrice -.
    Attraverso di essa, l'artista indaga la realtà, recupera il passato e riflette sul futuro''. I volti ispirati alla statuaria classica per questo progetto ''fanno da contrappunto ai ritratti dei personaggi femminili tratti dalla tradizione omerica, ricreati come figure di sintesi grazie all'ausilio dell' intelligenza artificiale''. ''Il mio lavoro - spiega l' artista - nasce dall'esigenza di esplorare memoria e identità attraverso la stratificazione della materia. L'immagine non è mai un dato immediato ma qualcosa che si sedimenta, si svela gradualmente, emergendo dal dialogo tra luce e ombra, tra pieno e vuoto''. Stratificando diversi livelli di materiali traforati, spiega, ''intaglio la luce stessa, costruendo immagini che mutano a seconda della distanza e dell'angolazione dell'osservatore''. La statuaria greco-romana incarna il concetto di bellezza come idealizzazione che attraversa il tempo. ''Ma ciò che mi interessa non è la sua fissità, bensì il suo movimento: la memoria di una forma, la traccia che resta''. L'estetica classica, osserva, ha fissato un modello che è divenuto riferimento culturale, ma anche limite.
    ''La bellezza assoluta diventa una gabbia che nega il cambiamento Oggi, la società digitale modella e manipola l'estetica, rendendola un prodotto riproducibile. L'AI genera volti perfetti, ma privi di storia. Il mio lavoro si interroga su questa mutazione: cosa resta della bellezza quando diventa pura astrazione? Forse la più autentica è proprio quella che ci sfugge, un istante prima di essere colta''.
   

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