Nella storia del balletto del
secondo Novecento occupa un posto rilevante la Nona Sinfonia di
Beethoven coreografata da Maurice Bejart. Una grande rilettura
dell'estremo capolavoro beethoveniano divenuto ormai un
"classico".
Ieri ai Parchi il Nervi Musica Ballet Festival ha proposto
una nuova versione ballettistica della Nona firmata da Roberto
Zappalà con la sua Compagnia.
"La Nona - dal caos al corpo", questo il titolo del lavoro, è
una riflessione sull'uomo e sull'umanità. Una umanità in
movimento, in una visione laica del mondo, nell'attesa di una
nuova fratellanza.
Zappalà ha utilizzato la versione per due pianoforti
realizzata dal Franz Liszt con l'aggiunta di una voce di soprano
cui è affidato tra l'altro l'avvio dell'Inno di Schiller che
nell'originale beethoveniano è cantato da una voce grave
maschile. Ha anche inserito alcuni testi creati da Nello
Calabrò. Collocati i due pianoforti in fondo alla scena, la
stessa è pressoché vuota con due soli imponenti simboli
laterali, una croce che si illumina e una grande mano.
La danza anticipa l'attacco musicale, anche il silenzio
diventa in questo caso "musica" e sollecita una gestualità
ripetitiva e nervosa che coinvolge gradualmente tutti gli ottimi
danzatori della Compagnia.
La coreografia di Zappalà risulta di particolare interesse
non solo per la varietà di soluzioni espressive, ma anche per un
legame con la partitura che a tratti porta a una intima fusione
fra l'accento musicale e il gesto. Di raffinata eleganza il
secondo movimento, di festosa leggerezza la sezione conclusiva.
Lo spettacolo risulta godibile, i danzatori sono bravissimi e
la parte musicale degna di plauso: ineccepibile la lettura dei
pianisti Luca Ballerini e Stefania Cafaro nonostante qualche
problema di amplificazione che ha tra l'altro reso a tratti
ostico l'ascolto della potente voce del soprano Marianna
Cappellani.
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