Tutto esaurito ieri sera,
entusiasmo alle stelle e applausi infiniti ai Parchi per il
ritorno di Roberto Bolle, ospite di lusso del Nervi Music Ballet
Festival. Dopo il successo dello scorso anno, il grande
danzatore italiano ha replicato la felice formula proponendo la
nuova edizione di "Roberto Bolle and friends": una versione
aggiornata di quei "Giochi delle coppie" e parata di stelle che
nell'antica tradizione dello storico Festival del Balletto
costituivano spesso la serata finale del cartellone. E come
faceva a suo tempo Luciano Pavarotti (inventore degli spettacoli
con "amici"), Bolle ha costruito con intelligenza una scaletta
mescolando classico e moderno e chiamando intorno a sé alcuni
fra i migliori danzatori in circolazione, etoile in compagnie di
prestigio internazionale: dalla Scala sono arrivati Timofej
Andrjiaschenko e Nicoletta Manni, da Astana Bakhtiyar Adamzhan,
dal Royal Ballet di Londra William Bracewell, Melissa Hamilton e
Yasmine Naghdi, dall'Hamburg Ballet Madoka Sugaj. E ancora Toon
Lobach e Casia Vengoechea (International Guest Artist) e il
violinista Alessandro Quarta.
Nel settore classico il pubblico ha ammirato pas de deux da
"Coppelia" con Naghdi e Bracewell, "Don Chisciotte" con
l'agilissimo Adamzhan e la flessuosa Sugai, "Il Corsaro" con
Manni e Andrijashenko e "Carmen" con Hamilton e Roberto Bolle.
Bolle aveva aperto la serata con una coreografia su Astor
Piazzolla interpretata con la Manni e accompagnata da Alessandro
Quarta. Il ballerino italiano ha dato il meglio di sè in due
coreografie moderne di forte tensione emotiva: "Infra", di Wayne
McGregor su musica di Max Richter, con la bravissima Hamilton e
soprattutto "Les Indomptès", di Claude Brumachon su musica di
Benjamin Lamarche con Toon Lobach. Lobach è stato anche, con la
splendida Casia Vengoechea lo straordinario esecutore del brano
forse migliore della serata, "I" di Philippe Kratz con la musica
del Soundwalk Collective: una coreografia sinuosa, fluida,
sorprendente. Conclusione con Bolle in assolo su musica di
Quarta e coreografia di Mauro Bigonzetti, "Sphere": una
drammatica evoluzione intorno a una grande sfera.
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