Si intitola "Make music not war" la
32^ edizione del Festival del Mediterraneo, organizzato
dall'associazione Echo Art di cui è direttore artistico e
fondatore Davide Ferrari. Presentato stamani il nuovo
cartellone. Jessica Nicolini (in rappresentanza della Regione) e
da Barbara Grosso (in rappresentanza del Comune) hanno
sottolineato l'importanza della manifestazione e il ruolo
fondamentale della musica nella società. Ferrari ha ricordato le
origini del Festival, ideato nel 1992 nell'ambito delle
Colombiane come occasione di incontro fra le diverse realtà che
si affacciano sul Mediterraneo e poi, nel tempo, allargato ad
altri Paesi nell'ottica di una rete culturale e artistica sempre
più ampia. "A oggi - ha detto Ferrari - sono 88 i Paesi che
hanno portato la loro musica e le loro tradizioni al Festival. E
quest'anno ospiteremo per la prima volta artisti del Ruanda e
dello Yemen". Il nuovo cartellone prevede 11 appuntamenti a
partire da venerdì prossimo e fino al 21 ottobre.
L'inaugurazione venerdì alle 21 nel Chiostro del Museo Diocesano
sarà affidata a "Elogio della caduta" una nuova produzione di
Deos Danse Ensemble Opera Studio ed Echo Art ideato da Nicola
Bucci, Giovanni Di Cicco e Davide Ferrari. Il femminile sarà
celebrato nei due successivi appuntamenti: drammatica la
testimonianza di Dorothée Munyaneza che porterà in scena, sabato
il dolore delle donne stuprate nelle zone di guerra. Gioiosa,
invece, la performance che domenica arriverà dal Camerun:
"Azutuk" è il festoso suono dell'acqua e a proporlo sarà Loïs
Zongo, accompagnata da voce e danze di Ashai Lombardo Arop e
dalle percussioni di Lara Gardin, Benedetta Reuter e Veronica
Sodini. Fra i successivi spettacoli si segnala il 9 settembre
(Museo Chiossone) lo spettacolo "Kyoshindo", la disciplina
delle arti marziali portate nel taiko, il tamburo tradizionale
giapponese, il 15 settembre (Castello d'Albertis, ore 18)
"Deriva mediterranea" dedicato ai bambini migranti e, infine, il
21 ottobre (Teatro dell'Arca presso il Carcere di Marassi)
"Sconfinando" con Antonella Ruggiero e un gruppo ristretto della
Banda di Piazza Caricamento.
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