Ordigni realizzati combinando
zucchero, concimi o altre sostanze di uso comune come il
triperossido di acetone, il preferito dai terroristi dell'Isis e
utilizzato in molti attentati in Europa. Gli esperti li chiamano
ordigni 'homemade', pericolosi da maneggiare e che per essere
"neutralizzati" richiedono procedure complesse, definite nel
protocollo antisabotaggio della Nato a cui aderiscono 29 Paesi
tra cui l'Italia. Le tecniche prevedono precise tipologie di
intervento che vanno dall'utilizzo di robot meccanici ai cannoni
d'acqua, dalle radiografie a complessi sistemi meccanici per il
disinnesco. Per incrementare la sicurezza degli specialisti che
intervengono sul campo nonché quella della popolazione sono in
corso a Genova studi che potrebbero consentire di rendere
rapidamente innocue queste "bombe" grazie all'ausilio della
chimica. A condurli è Federico Canfarini, laureato in chimica
industriale all'Università di Genova e ispettore capo di polizia
al comando del nucleo artificieri della Liguria. "L'obiettivo è
'neutralizzare' o 'flemmatizzare' (riducendo il rischio del
trasporto) gli ordigni improvvisati riducendo il rischio per
operatori e popolazione - spiega - e nel contempo poterli
conservare a fini investigativi". Gli studi che sta portando
avanti con l'università di Genova "potrebbero avere un impiego
efficace anche su alcuni ordigni convenzionali, vale a dire
soprattutto residuati bellici, come le bombe al fosforo trovate
negli ultimi mesi in due cantieri a Genova. "In quel caso, per
esempio, alcuni acidi possono essere utilizzati per
neutralizzare il fosforo - spiega - in attesa dell'intervento
dell'esercito a cui spetta la rimozione, riducendo i disagi che
spesso creano questi ritrovamenti in termini di evacuazioni e
blocchi alla viabilità".
Gli studi fin qui condotti e testati che hanno portato alla
realizzazione di diversi composti a base di perossidi
necessitano ulteriori approfondimenti nonché indispensabili via
libera istituzionali, ma "la prospettiva - conclude Canfarini -
è quella di poter agire più rapidamente grazie alla chimica
riducendo i rischi".
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