Va in scena 'Le femmine di Sem
Benelli', nuova produzione del Teatro Gag a Palazzo Ducale
domani, uno degli spettacoli di chiusura del Dubbing Glamour
Festival per la celebrazione del Centenario di Warner Bros.
Dalla vasta letteratura di Sem Benelli e dell'epoca, emerge
il ritratto di una condizione femminile forzata dalle condizioni
del tempo, che si associano alla figura della femme fatale
seducente e inaccessibile, come in ritratti sintetici o
sineddochici. E così il tema del sesso viene affrontato
capillarmente, se ne affollano le menti, nell'incredulità
letteralmente sospesa già dal Manuale di seduzione di Marinetti,
ambasciatore e portavoce del governo fascista che considera il
gentil sesso inferiore.
La pericolosità della seduzione sembra basata su un duplice
fenomeno di attrazione e repulsione. È qui che tra le 'vere
madri italiane' glorificate da Mussolini e gli 'orinatoi di
carne' (Giovanni Papini), la modernità insinua un terzo tipo di
donna, minoritario in termini numerici, ma dominante nel cinema,
nel doppiaggio, alla radio e sulle riviste femminili, che era
libera, disinibita ed elegante. La 'donna di tipo tre', (U.
Notari, 1929) "nuova creatura di sesso femminile, frutto diretto
della macchina". Qualunque sogno di emancipazione dai ruoli
sociali degli anni Dieci scompare, ma sarà la testimonianza di
Sem Benelli a tirare le conclusioni e fugare ogni dubbio. Gli
attori provenienti dal Teatro Piccolo di Milano e dal Teatro
Biondo di Palermo, bravissimi.
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