Non potrà chiedere il rito
abbreviato, e quindi puntare a uno sconto di pena Filippo
Giribaldi, il portuale ed esponente del movimento No vax di 42
anni che il 25 aprile ha ucciso con un colpo di pistola in
strada a Genova il rivale Manuel Di Palo, ex esponente di
CasaPound. La richiesta, che era stata avanzata dagli avvocati
Chiara Antola e Paolo Scovazzi legali di Giribaldi è stata
respinta dal giudice Silvia Carpanini, perché la procura ha
contestato l'aggravante dei futili motivi. In un primo momento
il pm Eugenia Menichetti non aveva contestato alcuna aggravante
ma il giudice Elisa Campagna aveva respinto la richiesta di
giudizio immediato spiegando che bisognava contestare i futili
motivi. Giribaldi, aveva scritto il giudice per le indagini
preliminari, quella sera aveva avuto una condotta di "una
violenza spropositata" sintomatica della "totale incapacità di
reagire con l'ausilio degli ordinari freni inibitori".
Il portuale è accusato di omicidio volontario, ricettazione
(per la pistola) e per porto abusivo di arma clandestina.
L'omicidio sarebbe avvenuto per motivi di gelosia, in un
contesto di pesante uso di stupefacenti. Vittima e assassino
frequentavano la stessa donna con la quale consumavano crack.
L'uomo, durante l'interrogatorio, aveva spiegato di spendere
circa 300 euro al giorno per comprare la droga, tanto che nelle
ultime settimane aveva chiesto un prestito di 15 mila euro a una
finanziaria proprio per questo tipo di acquisti. Giribaldi aveva
detto di essere geloso di una donna con cui aveva una storia e
che negli ultimi tempi vedeva anche Di Palo e un amico. Il no
vax ha anche detto che sarebbe stata la stessa donna a dirgli
che voleva liberarsi della vittima e del suo amico. Il processo
inizierà il 20 ottobre in corte d'assise.
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