Nel 1762 quando mise in scena a Venezia la sua "fiaba teatrale" "Turandot", Carlo Gozzi mai avrebbe potuto immaginare che quel testo lo avrebbe reso immortale più di qualsiasi altra sua fatica. Rielaborata da Schiller, "Turandot" è diventata presto oggetto di attenzione da parte dei musicisti: una dozzina almeno le versioni musicali, compreso l'estremo, capolavoro di Puccini. Ieri sera al Duse di Genova, il lavoro di Gozzi è andato in scena in prima assoluta in una produzione del Teatro Nazionale di Genova con la regia di Andrea Collavino.
Un'operazione interessante, che ha ricevuto applausi, anche se discutibile. La "Turandot" gozziana è una fiaba, sospesa quindi in un mondo di sogni nel quale la regina di ghiaccio (femminista ante litteram) può permettersi di cambiare idea in maniera repentina e salvare Calaf dopo averlo condannato. Il testo, di notevole difficoltà nella sua costruzione in versi, richiede scelte interpretative particolari per preservare l'atmosfera della fiaba. Collavino ha rinunciato a qualsiasi struttura scenica: il palcoscenico è vuoto, il fondale è costituito da pannelli che si aprono per far entrare e uscire i personaggi, gli unici attrezzi in scena sono delle sedie. Gli attori vestono abiti normali, non c'è nulla che richiami ad un mondo di fantasia o a qualche elemento di cineseria. Tutto è affidato all'azione e alla recitazione.
Collavino ha scelto una esposizione testuale molto veloce, a tratti quasi impersonale, monocorde con un effetto di straniamento volto probabilmente a ricordare che siamo lontani dalla passionalità dei personaggi pucciniani. Una impostazione che avrebbe richiesto una maggiore invenzione scenica, un ritmo narrativo più serrato e brioso, senza il quale lo spettacolo ha rischiato di apparire un po' appesantito e poco brillante. Fa eccezione la scena finale che ha effettivamente regalato un momento di ilarità e di gustoso divertimento. Cast nell'insieme giovane e lodevolmente impegnato con Lisa Lendaro (Turandot) e Luca Oldani (Calaf) nei due ruoli principali; fra gli altri da citare Davide Lorino (Barach e Brighella) e Graziano Sirressi (Truffaldino), autori anche delle musiche eseguite dal vivo dallo stesso Sirressi.
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