Con la riproposta di essere parte
civile da parte di alcune associazioni, tra cui quella delle
vittime della strage di Viareggio, escluse in udienza
preliminare, e la nuova richiesta di entrare nel processo del
Movimento Difesa del Cittadino, prende il via a Milano il
processo per il disastro ferroviario di Pioltello, nel Milanese,
nel quale, il 25 gennaio 2018, in seguito al deragliamento del
regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi, morirono tre persone e
un centinaio rimasero ferite. Processo dal quale è stata
stralciata la posizione di uno dei 10 imputati che insiste per
patteggiare 4 anni di reclusione, 6 mesi in più rispetto alla
pena di 3 anni e mezzo ritenuta incongrua, e quindi respinta,
dal gup.
Nella maxi aula al primo piano del Palazzo di Giustizia,
davanti alla quinta sezione penale, stamane è cominciato il
dibattimento, in cui sono imputati, oltre a Rete Ferroviaria
Italiana che è anche responsabile civile, l'ex ad Maurizio
Gentile, ora commissario straordinario per la messa in sicurezza
della A24 e A25, e altri ex dirigenti, dipendenti e tecnici di
Rfi: tra questi Andrea Guerini, all'epoca responsabile della
Linea Sud della Direzione Territoriale Produzione, Vincenzo
Macello, direttore della Direzione Territoriale Produzione
(entrambi del comparto di Milano), Umberto Lebruto, direttore
della Direzione Produzione e Marco Gallini, dirigente della
struttura Organizzativa della società pubblica. Ernesto
Salvatore, allora responsabile del Nucleo Manutentivo Lavori di
Treviglio di Rfi, ha invece chiesto di nuovo il patteggiamento,
questa volta a 4 anni di reclusione. Per lui l'udienza è stata
fissata per il prossimo 4 novembre.
Per gli altri si torna in aula il prossimo 25 gennaio, giorno
in cui il collegio deciderà sulle parti civili. Dopo di che si
terrà la richiesta prove da parte dei pm Maura Ripamonti e
Leonardo Lesti.
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