Felicita, principale associazione
per i diritti degli ospiti nelle Rsa nata dal comitato vittime
del Pio Albergo Trivulzio di Milano, depositerà domani l'atto di
opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla
Procura nelle indagini con al centro le morti durante la prima
ondata pandemica della primavera 2020 relative alla storica
'Baggina' e ad altre residenze sanitarie assistenziali per
anziani. Lo comunica la stessa associazione in una nota.
Per i pm milanesi, è vero che al Trivulzio ci fu una
"sottovalutazione iniziale del rischio" dei contagi Covid e una
"carenza oggettiva" di interventi "per evitare il diffondersi
dell'epidemia". Come è accertato il fatto che la direzione si
oppose "nei primi giorni di marzo" 2020 "all'utilizzo di
mascherine". Allo stesso tempo, tuttavia, in quel periodo i
criteri di "tracciamento e contenimento" del virus, che era
sconosciuto, non erano stati ancora nemmeno "adeguatamente
introdotti, sviluppati e articolati dalle disposizioni delle
autorità sanitarie nazionali e regionali" e c'era "una
drammatica insufficienza" di "Dpi e tamponi". E in un quadro del
genere dal punto di vista penale ciò che manca sono le prove di
un "nesso causale" fra le condotte dei dirigenti della struttura
e le morti. L'inchiesta era passata per una maxi consulenza su
oltre 400 cartelle cliniche di anziani morti e ammalati.
Nell'atto Felicita, rappresentata dall'avvocato Luigi
Santangelo e presieduta da Alessandro Azzoni, chiederà al gip
Alessandra Cecchelli di valutare l'imputazione coatta per
omicidio colposo e epidemia colposa del dg dell'istituto
Giuseppe Calicchio (indagato anche l'ente), nonché "di valutare
di restituire gli atti ai pm per le incontrovertibili violazioni
in materia di salute e sicurezza dei lavoratori".
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