Sono accusati di aver rivenduto la
droga sequestrata nel corso di numerose indagini e che le forze
dell'ordine portavano ad un inceneritore della provincia di
Pavia per farla distruggere. Dieci dipendenti di una società che
gestisce un impianto di smaltimento a Parona (Pavia), in
Lomellina, sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri
di Pavia nell'ambito di un'indagine condotta dalla Procura di
Pavia, in particolare dal procuratore aggiunto Mario Venditti e
dal sostituto Andrea Zanoncelli.
I dieci arrestati (8 italiani, un marocchino e un albanese),
tutti incensurati e residenti in provincia di Pavia (tranne uno
che abita nel Milanese) sono ai domiciliari: le accuse nei loro
confronti sono spaccio di sostanze stupefacenti e furto
aggravato in concorso.
Ad insospettire i carabinieri è il fatto che la particolare
conformazione dei nastri trasportatori dello stabilimento, che
conducono ai due forni di incenerimento, non consentiva alle
forze dell'ordine di seguire l'intero tragitto dello
stupefacente. Un dettaglio che ha consentito, secondo la
ricostruzione degli inquirenti, ai dipendenti arrestati di
intercettare i pacchi contenenti la droga durante il loro
tragitto suol nastro e poi rivenderla ad un "grossista" legato
allo spaccio (a sua volta arrestato).
Nel corso dell'operazione i militari hanno sequestrato 2 kg di
hashish, 27 kg di marijuana e 1 kg di sostanza da taglio.
L'indagine è scattata in ottobre; gli investigatori non
escludono che questa attività illecita sia iniziata già da
diverso tempo e che in passato gli arrestati abbiano avuto modo
di far uscire dallo stabilimento (punto di riferimento di
diversi comandi delle forze dell'ordine dell'area Nord-Ovest)
notevoli quantitativi di stupefacente, compresa la cocaina.
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