Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato prima di mezzogiorno al Cimitero Monumentale di Milano, prima tappa della giornata delle celebrazioni per i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni.
Ad accoglierlo, tra gli altri, il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana, la vicesindaca di Milano, Anna Scavuzzo, il vicesindaco della Città metropolitana Francesco Vassallo.
Al Famedio del Monumentale, il pantheon dei milanesi illustri, è infatti sepolto il grande scrittore e qui Mattarella ha partecipato alla deposizione di una corona con rose bianche e rosse e anturium verdi. Il Capo delle Stato alle 16 è andaro in visita a Casa Manzoni, la casa dove lo scrittore visse per molti anni, in centro a Milano. Lì i saluti istituzionali da parte del sindaco Giuseppe Sala, del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e del presidente di Casa Manzoni Angelo Stella oltre a un'orazione di Giovanni Bazoli, presidente onorario di Casa Manzoni, e una lettura di Eleonora Giovanardi.
Ma l'intervento più importante e atteso è stato quello del Capo dello Stato che ha ammonito: Manzoni "ambiva a un'Italia unita, che non fosse una mera espressione geografica, una addizione a freddo di diversi Stati e staterelli, ma la sintesi alta di un unico popolo, forte e orgoglioso della sua cultura, della storia, della sua lingua, delle sue radici. Al poeta Lamartine, che aveva parlato sprezzante di 'diversità' di 'popoli' italiani, Manzoni rispose con una lettera sdegnata: 'No, non c'è più differenza tra l'uomo delle Alpi e quello di Palermo'".
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