(di Claudio Scarinzi)
Il rigore e la coerenza di decenni
di carriera haevy-metal degli Iron Maiden hanno conquistato,
ancora una volta, i fan: ben 35 mila quelli venuti, ieri sera,
da tutta Italia all'Ippodromo di San Siro dove sono stati
headliner di The Return of the Gods Festival, nell'unica data
nel Belpaese del loro The Future Past Tour. Un concerto
spettacolare non solo per il gigantesco palco contornato da due
maxi-schermi e per l'impatto visivo della band, adrenalinica e
scatenata, ma anche per l'altissimo standand strumentale e
vocale.
Se si pensa che il leader Bruce Dickinson compirà i 65 anni
ad agosto, ed è il più 'giovane' del gruppo, rimane
incomprensibile l'energia e il magnetismo che insieme ai suoi
'complici' - Dave Murray, Adrian Smith, Janick Gers, Steve
Harris, Nicko McBrain a chitarre, basso, cori, tastiera e
batteria - scatena. Forse rientra nella magia e nel gioco -
teschi, graphic terrorizzanti, l'immagine della morte sempre
presente - che fanno parte di testi e scenografia della 'vergine
di ferro'.
Il front-man si è presentato - in un clima caldo e molto
umido - con un tre-quarti verde muschio: un attentato alla
salute se si pensa che ha corso come un matto tutto il tempo. E
solo dopo un po' ha ceduto a una canotta nera. Lo show è stato
un mix di canzoni mai eseguite dal vivo dell'ultimo disco
"Senjutsu" insieme a brani estratti da "Somewhere In Time",
leggendario album del 1986, oltre ai grandi classici. E proprio
su due di questi 'Fear of the Dark', e 'The Trooper' lo show ha
raggiunto il suo acme con migliaia di persone a riprendere gli
Iron Maiden con i cellulari nel buio creando un effetto luce.
Uno spettacolo nello spettacolo.
Immancabile anche Eddie, la mastodontica e minacciosa
mascotte degli Iron Maiden nell'occasione armata di una pistola.
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