E' Andrea Sparaciari (Metro, Il
Fatto) il vincitore del Nuovo Premio Vergani 2023 la cui
premiazione si è tenuta stamani, a Milano, presente il
presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, nella sede
dell'Istituto dei Ciechi tradizionale cornice della
manifestazione giornalistica. Sparaciari ha vinto la sezione
Carta Stampata con un articolo sulla morte di un lavoratore
irregolare di cui non si conosceva l'identità perché quella che
aveva era un alias 'comprato' sul mercato nero dei caporali per
poter lavorare. Un tema, quello delle morti sul lavoro, di
scottante attualità.
Insieme a lui hanno vinto Paolo Maggioni (Rainews) per la
sezione Tv con una intervista/viaggio con la senatrice Liliana
Segre; Andrea Tortelli (BS News) per la sezione Web&Online, con
un'inchiesta che ha contribuito a risolvere un efferato caso di
cronaca, il femminicidio di Carol Maltesi, un altro tema quanto
mai drammatico e attuale a due giorni dalla Giornata
internazionale contro la violenza sulle donne; e Carlo Cozzoli
(freelance) per la sezione Foto, con un progetto fotografico
imperniato sulla salute mentale del personale sanitario dopo
l'epidemia di Covid. Tra i premiati anche Massimo Lapenda,
dell'ANSA, per un articolo sull'aumento dei prezzi e in
particolare del pane.
I Cronisti hanno effettuato un minuto di silenzio per
ricordare "la strage di giornalisti in corso in Ucraina e in
Palestina" che ha raggiunto ormai numeri inaccettabili e inediti
per la storia recente del Giornalismo. "Chiediamo immediatamente
alle Nazioni Unite e ai Paesi che stanno cercando di gestire la
situazione, oltre a quelli in conflitto, che si garantisca il
Diritto all'Informazione e fermino questo massacro - ha detto
Di Trapani -. Ricordiamo che il diritto internazionale protegge
la sicurezza dei giornalisti, nell'interesse dei cittadini a
essere informati. "I giornalisti che raccontano quello che
accade sul campo vengono spesso anche deliberatamente presi di
mira - afferma Fabrizio Cassinelli, presidente del Gruppo
Cronisti lombardi - e questo non solo è inaccettabile, ma è
anche un crimine di cui qualcuno dovrà rispondere".
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