La National Symphony Orchestra di
Washington arriva in Italia per la sua prima esibizione assoluta
alla Scala. A guidarla stasera in questo appuntamento, che
arriva quasi al termine di una corposa tournée europea con dieci
concerti in Spagna e Germania oltre che a Milano, è Gianandrea
Noseda, suo direttore musicale da sette anni e milanese doc.
"Suonare alla Scala dà un senso di orgoglio e responsabilità.
C'è un carico emotivo più alto" ammette e poi riassume "la Scala
è la Scala e lo dico con piacere". E siccome ormai Noseda è
anche un po' americano aggiunge anche che è il "golden stage
dell'opera".
I suoi impegni sono intensi: a maggio, all'opera di Zurigo di
cui è direttore musicale, eseguirà due volte la tetralogia
dell'Anello del Nibelungo di Wagner, con la Washington da questa
stagione ha inserito nel programma un'opera in forma di concerto
(si comincia con Otello) e ha ripristinato le tournée negli
Stati Uniti, bloccate da dieci anni con concerti ma anche
progetti educativi.
E un ruolo da direttore musicale in Italia? "Sono stato per
undici anni al Regio di Torino. Con i grandi progetti con la
Symphony e Zurigo sono completamente focalizzato - spiega - ma
da italiano mi manca un po' l'Italia".
Chi vivrà, vedrà. Oltre alla sinfonia n. 5 di Sostakovic, il
programma dell'esibizione di questa sera include in concerto n.
4 per piano di Beethoven (con solista Seong-Jin Cho) e la prima
europea di Wake Up di Carlos Simon, brano che evidenzia la
capacità di ogni parte dell'orchestra e permette di conoscere
una nuova generazione di "compositori americani fra i 35 e i 45
anni". Far conoscere è un obiettivo, anzi una "missione" da
portare avanti secondo Noseda anche e soprattutto fra i ragazzi.
"Qualsiasi iniziativa che porta i giovani a conoscere la musica
per poi fare una scelta va bene. Chi non sa è meno libero e
quindi - conclude - bisogna rendere possibile un approccio, se
non lo fa la scuola ci assumiamo questo dovere, questa
missione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA