Il pm di Milano Daniela Bartolucci ha chiesto 7 anni di reclusione per il trapper 24enne Shiva, all'anagrafe Andrea Arrigoni, a processo con il rito abbreviato per una sparatoria avvenuta l'11 luglio del 2023 davanti al suo studio di registrazione a Settimo Milanese.
L'artista, accusato di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione della pistola - mai stata trovata -, avrebbe sparato alle gambe di due rivali vicini al rapper Rondo Da Sosa, i quali erano rimasti feriti. Secondo i suoi legali, Arrigoni non avrebbe "fatto altro che difendersi dalle violente aggressioni" da parte dei giovani.
Nella prossima udienza, fissata per il 3 luglio, prenderanno la parola i difensori Daniele Barelli e Marco Campora, mentre la sentenza è attesa per il 10 dello stesso mese. In aula oggi era presente anche Shiva, che al momento si trova agli arresti domiciliari dopo essere stato scarcerato a fine febbraio.
"Questa esperienza mi ha sconvolto completamente la vita, sento dentro di me anche il peso di aver dato un pessimo esempio ai tanti ragazzi che mi seguono e apprezzano le mie canzoni, di averli delusi con il mio comportamento". Così il trapper Shiva, all'anagrafe Andrea Arrigoni, rendendo dichiarazioni spontanee davanti ai giudici del Tribunale di Milano nel processo con rito abbreviato nel quale è imputato per tentato omicidio.
Arrestato lo scorso ottobre per avere sparato alle gambe a due rivali vicini al trapper Rondo Da Sosa nel luglio del 2023 a Settimo Milanese, l'artista 24enne si trova ai domiciliari dopo essere stato scarcerato a febbraio.
"I mesi in carcere mi hanno fatto riflettere sull'importanza del mio ruolo di artista, so di essere un veicolo di valori e mi impegnerò, attraverso la mia musica, a trasmettere messaggi ed esempi più sani e soprattutto a non dar più spazio ed importanza a stupide rivalità che nulla hanno a che vedere con la musica. Vorrei solo ritornare a fare la mia musica e ho perfettamente compreso gli errori fatti in passato".
Shiva, che ha spiegato di non aver visto nascere suo figlio perché si trovava in cella, afferma di essere oggi "una persona diversa, molto più responsabile. Mai più - ha concluso - mi troverò i situazioni come quella oggetto del processo, perché voglio essere un esempio per mio figlio e per tutti i miei fan".
"Ho mirato volutamente al suolo, non era mia intenzione nemmeno ferirli, volevo solo intimidirli e farli allontanare il prima possibile dalla mia proprietà privata". Il trapper Shiva, all'anagrafe Andrea Arrigoni, si è difeso così oggi davanti ai giudici dell'ottava sezione penale del Tribunale di Milano, rendendo dichiarazioni spontanee nel processo con rito abbreviato a suo carico. L'artista, difeso dall'avvocato Daniele Barelli, è accusato di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione della stessa, per avere sparato alle gambe, lo scorso 11 luglio davanti al suo studio di registrazione a Settimo Milanese, a due rivali vicini al trapper Rondo da Sosa. "Ho sparato volutamente verso il basso. Se avessi voluto ucciderli o ferirli avrei mirato al busto o alla testa". "Non ho mai riportato condanne, non ho precedenti - ha aggiunto in un altro passaggio -, non sono un criminale e non sono una persona capace di uccidere un essere umano". Raccontando di quella sera, l'artista ha parlato di "una vera e propria spedizione punitiva" nei suoi confronti da parte dei due rivali, i quali si sarebbero resi responsabili di "aggressioni e minacce perpetrate anche attraverso social e, pertanto - ha detto Shiva -, avevo timore per la incolumità mia e dei miei collaboratori. Ho chiaramente sbagliato perché avrei dovuto denunciare il tutto, ma stupidamente ritenevo che ciò non mi avrebbe tutelato abbastanza".
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