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Disastro di Pioltello, negli atti il contrasto pm-giudici

Disastro di Pioltello, negli atti il contrasto pm-giudici

Procura valuta ricorso. 'Su manutenzione scelte dei vertici Rfi'

MILANO, 26 febbraio 2025, 17:45

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Mentre la Procura di Milano valuterà, dopo il deposito delle motivazioni, il possibile ricorso in appello, dagli atti dei pm depositati nel processo e dalle spiegazioni provvisorie fornite ieri dal Tribunale emerge un netto contrasto di lettura su ruoli e responsabilità dei vertici e dei dirigenti di Rete ferroviaria italiana. Tutti assolti per "non aver commesso il fatto" dalle accuse di disastro ferroviario colposo e omicidio e lesioni colpose per l'incidente ferroviario di Pioltello del 2018, con 3 morti e 200 persone rimaste ferite o con traumi psicologici.
    Le politiche sulla "manutenzione", che avrebbero dovuto riguardare anche quel giunto ammalorato, sopra il quale si staccò un pezzo di rotaia facendo deragliare il treno, "sono scelte riconducibili alla cosiddetta Alta Direzione della società, attribuibili direttamente ai suoi vertici", hanno scritto i pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti in una memoria di 348 pagine depositata nel processo.
    Per i giudici della quinta penale, invece, come chiarito in una nota del Tribunale, l'ex ad e gli altri manager assolti non potevano sapere di quel giunto in pessime condizioni. E mancano le prove che da parte loro ci siano state "condotte commissive o omissive" per gli "effettivi flussi informativi" di cui disponevano su quel giunto e sulla "inadeguatezza della manutenzione".
    I pm, dal canto loro, hanno stigmatizzato, e proprio sul fronte delle responsabilità, il fatto che in Rfi (anche la società è stata assolta) non fossero state "disciplinate in alcun modo le modalità di comunicazione ai livelli superiori delle difettosità rilevate in circostanze diverse dalla vigilanza in linea". Spettava ai pianti alti, in pratica, migliorare quei "flussi informativi". Il "modello gestionale della prevenzione", invece, era "sbilanciato verso obiettivi prestazionali", secondo la Procura, ovvero si evitava il più possibile di interrompere la circolazione dei treni per le riparazioni. Tesi cancellata ieri dai giudici.
   

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