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Trovata morta in casa, non fu suicidio ma femminicidio

Trovata morta in casa, non fu suicidio ma femminicidio

Indagato il marito che nega ogni responsabilità

COMO, 12 marzo 2025, 17:52

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Non si è suicidata Ramona Rinaldi, la donna di 39 anni trovata morta nel box doccia del bagno dell'appartamento di famiglia, a Veniano (Como), all'alba dello scorso 21 febbraio. Il marito Daniele Re, disoccupato di 33 anni, è indagato per omicidio volontario.

Era stato lui a chiamare i soccorsi attorno alle 5 del mattino, chiedendo aiuto e riferendo che la moglie si era chiusa a chiave in bagno e non gli rispondeva più da alcuni minuti. L'uomo è accusato dalla Procura della Repubblica di Como di omicidio e maltrattamenti.

Una squadra di carabinieri del Ris di Parma è arrivata a Veniano, per eseguire un sopralluogo all'interno dell'abitazione in cui Ramona - che lavorava in un supermercato di Olgiate Comasco - viveva con il compagno e la loro bambina di 6 anni.

Sono due in particolare le domande, su tutte, a cui per ora gli investigatori non hanno ancora fornito una risposta. La prima riguarda le modalità dell'eventuale delitto, quantomeno insolite, visto che la donna è stata trovata impiccata nel box doccia; la seconda riguarda invece la porta del bagno, che stante la richiesta di aiuto di Re doveva essere chiusa dall'interno. Ora in Procura è atteso l'esito degli accertamenti del Ris, dal quale probabilmente dipenderà li proseguimento dell'inchiesta.

Gli inquirenti, a quanto si apprende, hanno sequestrato telefoni e un pc, insieme alle immagini registrate da una telecamera collocata all'esterno di un ristorante non lontano dall'abitazione di famiglia. Già convocato in Procura nei giorni scorsi, l'indagato - assistito dall'avvocato milanese Davide Montani - ha respinto ogni accusa: "Ha chiarito e negato ogni responsabilità nella morte della moglie", ha dichiarato il difensore. Nelle scorse ore si è diffusa la voce che l'indagato avesse fatto perdere le proprie tracce. In realtà, da quanto si è appreso, Daniele Re si era temporaneamente assentato, peraltro non avendo alcun obbligo di presenziare al sopralluogo nella sua abitazione.

Nei giorni scorsi, sempre a como, un operaio tessile di 50 anni, origini tunisine ma da anni residente in Lombardia, è stato accusato di avere tentato di uccidere la moglie nella notte tra il 25 e il 26 gennaio scorsi, quando la donna e i tre figli minorenni della coppia furono soccorsi nella loro casa del quartiere di Breccia per un principio di intossicazione da monossido di carbonio. Dopo quasi un mese di indagini la Procura della Repubblica di Como ha disposto per l'uomo l'applicazione del braccialetto elettronico e l'allontanamento da casa. 

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