Aveva diverse cromie alla sua
realizzazione il monumento alle Cinque giornate di Milano
realizzato in 13 anni dallo scultore Giuseppe Grandi per
omaggiare l'insurrezione che portò brevemente la città a
liberarsi dalla dominazione austriaca dal 18 al 22 marzo 1848.
Lo ha confermato il restauro iniziato lo scorso autunno
all'opera che si trova in piazza Cinque giornate: in lega con
una percentuale maggiore l'obelisco di 23 metri, dunque più
rossiccio, in lega con una percentuale maggiore di stagno le
cinque figure femminili che rappresentano le cinque giornate,
più chiare e luminose.
Realizzato grazie alle microcamere e a nuove tecnologie
anche un esame all'interno del monumento, propedeutico
all'ingresso dei restauratori che, grazie a una scala interna,
si occuperanno fra l'altro di risolvere i problemi di
infiltrazioni e delle condense, che hanno favorito il degrado
delle volte della cripta in cui sono stati sepolti i caduti,
dove si verificano problemi di umidità e di risalita del
terrapieno.
Il restauro è anche l'occasione per il recupero e lo studio
dei resti scheletrici diretti dall'Area Funebri del Comune di
Milano, con Labanof, il Laboratorio di Antropologia e
Odontologia Forense del Dipartimento di Scienze Biomediche per
la Salute dell'Università Statale e Fondazione Irccs Ca' Granda
Ospedale Maggiore Policlinico che conserva i registri con
l'elenco dei caduti durante le Cinque Giornate, tumulati nel
sepolcreto dell'Ospedale. Presso la Cripta dell'Annunciata in
via Sforza, infatti, vennero portate le spoglie dei caduti, fino
alla costruzione del monumento del Grandi.
"Quello che abbiamo intrapreso - ha osservato l'assessora ai
Servizi civici Gaia Romani - è un progetto davvero ambizioso. Il
monumento di Cinque Giornate e la storia della sua Cripta
toccano profondamente il cuore dei milanesi e per questo siamo
entusiasti di restituire alla cittadinanza un luogo così
identitario".
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