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Temi caldi
In collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore
Un mondo sempre più frammentato in
cui il multilateralismo e le grandi istituzioni internazionali
che ne sono l'espressione, come le Nazioni Unite, appaiono in
profonda crisi, impotenti di fronte alle guerre. Sono i temi al
centro del convegno promosso dalla Facoltà di Scienze Politiche
e sociali dell'Università Cattolica nell'ambito dell'iniziativa
dedicata alla Speranza nell'anno giubilare.
"Tra i classici oggetti di studio delle discipline politiche
e sociali rientrano proprio alcuni segni concreti di speranza
indicati da papa Francesco nella Bolla di indizione del
Giubileo, tra cui l'impegno per la pace e la costituzione di
nuovi modelli sociali", ha spiegato il preside della facoltà,
Andrea Santini.
Dopo il conflitto in Ucraina e la vittoria di Trump in Usa,
"l'Europa è chiamata a fare un salto di qualità oltre che sui
tre beni pubblici fondamentali , ossia transizione digitale,
ecologica e dell'energia, anche su un quarto: la difesa", ha
evidenziato Piero Benassi ambasciatore, già rappresentante
permanente d'Italia presso l'Unione europea. Un primo passo in
questa direzione è il ReArm Europe. Ma, per Benassi, il rischio
è che sui due fronti di politica estera e di difesa l'Unione
europea potrebbe procedere non con l'appoggio di tutti i 27
stati membri.
Una spaccatura dell'Occidente che si riversa anche nella
cooperazione internazionale. "Ne è un esempio la decisione degli
Stati Uniti di cancellare circa l'80% degli aiuti umanitari e
assistenza per lo sviluppo che da decenni fornisce a decine di
paesi in tutto il mondo. Una scelta che potrebbe essere
replicata anche da altri Stati", ha avvertito Fabio Melloni,
consigliere tecnico per la cooperazione allo sviluppo,
presidente della Fondazione Imagine Esg. Di fronte a tali
decisioni politiche diventa difficile parlare di speranza.
Eppure, la cooperazione allo sviluppo è un esempio costante di
come a guidare il cambiamento sia il fattore umano. E le
università sono il luogo ideale per formare "costruttori di pace
e generatori di sviluppo", ha concluso.
In collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore
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