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L.Stabilità, Viventi, no a stessi tagli

LEGGE DI STABILITà

L.Stabilità, Viventi, no a stessi tagli

Assessore: "Non si possono realizzare ancora risparmi"

ANCONA, 17 ottobre 2014, 15:32

Redazione ANSA

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(ANSA) - ANCONA, 17 OTT - La manovra da 36 miliardi presentata ieri dal governo "chiama pesantemente in causa le Regioni, ma non è possibile che tutti gli enti locali italiani subiscano i tagli alla stessa maniera". Lo afferma l'assessore regionale Luigi Viventi. Per Viventi, "occorre cominciare a distinguere concretamente le Regioni che hanno situazioni non in linea con gli standard dal punto di vista dell'organizzazione e della spesa da quelle virtuose, come le Marche, che ormai hanno ben pochi margini di riduzione. Sicuramente anche qui, in una Regione sempre attenta alla razionalizzazione della spesa, si possono realizzare ancora dei risparmi, che però sono di modesta entità rispetto alle cifre di cui si sta parlando".
   "Ritengo che il governo non possa non tenere conto di queste differenze e, come assessore delegato ad alcune materie particolarmente sensibili quali il Sociale, i Trasporti e il Personale, credo sia importante - seguita Viventi - riflettere sul fatto che saranno proprio questi i settori più penalizzati da un taglio lineare". "Condivido - aggiunge - l'impostazione di base della manovra, che è espansiva e cerca di stimolare un'economia italiana ormai stagnante da diversi anni. E un Paese con un debito pubblico elefantiaco come il nostro non può ovviamente finanziare tutta la manovra con nuovo deficit. Pertanto diventano necessari, oltre che in tanti casi giusti, i tagli alla spesa pubblica. Ma se le Marche, ad esempio, dal fondo nazionale dei trasporti percepiscono un contributo di 68 euro per abitante, mentre le altre Regioni ricevono 80, 100, 120 euro, fino ad arrivare ai 130 della Basilicata (il doppio rispetto a noi), perché ora dobbiamo avere gli stessi tagli? Se noi siamo la Regione italiana con meno dirigenti (53 contro i quasi 2000 della Sicilia), perché la mannaia deve colpirci allo stesso modo? Se in Sicilia un commesso guadagna 117 mila euro e nelle Marche poco più di 20 mila, perché i dipendenti dovrebbero essere penalizzati allo stesso modo?". "Credo che in questo momento - conclude Viventi - nessuno possa esimersi dal fare sacrifici, ma ritengo, con la stessa convinzione, che questi sacrifici debbano essere misurati sulle situazioni e sui risultati di ogni singola Regione. E' una questione di giustizia. I nostri cittadini non devono essere penalizzati ancora di più di quanto già non lo siano".

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