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Un anno fa la morte di Federico, primo suicidio assistito Italia

Un anno fa la morte di Federico, primo suicidio assistito Italia

Ass. Coscioni, aperto varco. Ora si procede con leggi regionali

ANCONA, 15 giugno 2023, 20:55

Redazione ANSA

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E' passato un anno da quando, il 16 giugno 2022, Federico Carboni, 44 anni, tetraplegico da 12 anni dopo un incidente stradale, moriva nella sua casa di Senigallia (Ancona), dopo essersi auto somministrato il farmaco letale attraverso un macchinario apposito. Federico, o "Mario", come era conosciuto prima che decidesse di rivelare la sua identità, è stato il primo italiano ad aver chiesto e ottenuto l'accesso al suicidio medicalmente assistito, reso legale dalla sentenza della Corte costituzionale n. 242 del 2019 sul caso Cappato-Antoniani.
    Un via libera ottenuto con il parere sul farmaco e le modalità di assunzione dopo una battaglia legale durata due anni con l'azienda sanitaria regionale, con l'aasistenza dell'associazione Luca Coscioni. "La determinazione di Federico, anche grazie al coraggio del medico Mario Riccio, ha aperto un varco nel muro di gomma alzato dal Sistema sanitario per boicottare la sentenza Cappato della Corte costituzionale" dicono oggi Cappato e Filomena Gallo, rispettivamente tesoriere e segretaria dell'associazione Luca Coscioni, che si impegnano a non abbandonare le altre persone malate. E mentre del tema non si parla più in Parlamento, la battaglia si è spostata ormai nelle Regioni, titolari dei sistemi sanitari ai quali spettano le verifiche previste dalla sentenza della Consulta e il via libera dai comitati etici. Oltre a Federico, per quanto se ne abbia notizia, altre tre persone lo hanno ottenuto: Stefano Gheller, Gloria (Veneto) e Antonio (Marche), che sono quindi liberi di scegliere il momento per confermare la propria volontà o modificarla.
    Con il supporto dell'Associazione Luca Coscioni, tre proposte di legge regionali che garantiscono tempi certi per le richieste di suicidio medicalmente assistito sono state depositate in Sardegna, Puglia e Marche. Sono state raccolte le firme necessarie in Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo e Piemonte. La raccolta è in corso in Friuli Venezia Giulia. Analoga proposta verrà depositata in Basilicata e Lazio tramite i Comuni.
   

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